Calcionews24
·11 giugno 2025
Botafogo, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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·11 giugno 2025
Il Botafogo è inserito nel girone B del Mondiale per Club insieme a PSG, Atletico Madrid e Seattle Sounders.
C’è un’aura di magia, destino e malinconia che avvolge il Botafogo. Non è un club come gli altri; è uno stato dell’anima. Arriva al Mondiale per Club dopo aver compiuto una delle più grandi imprese nella storia del calcio sudamericano: vincere la Copa Libertadores 2024. Un trionfo che non è solo un trofeo, ma una redenzione, un esorcismo, la fine di una maledizione che sembrava eterna, soprattutto dopo il crollo più doloroso e incredibile nella storia del campionato brasiliano appena l’anno prima. O Glorioso è tornato e porta con sé il fascino di un calcio antico, la passione del suo popolo e la luce della sua Estrela Solitária (Stella Solitaria) che ora brilla sul mondo.
Nato nel 1904, il Botafogo è uno dei quattro grandi club di Rio de Janeiro. La sua storia è un romanzo. I soprannomi, “Fogão” (il Grande Fuoco) e “Alvinegro” (il Bianconero), sono quelli di tutti i giorni, ma la sua vera essenza è in “O Glorioso”. Questo nome risale alla sua epoca d’oro, tra gli anni ’50 e ’60, quando il club era la spina dorsale della Nazionale brasiliana che incantava il mondo. Campioni leggendari come Garrincha, l’ala dalle gambe storte e dai dribbling impossibili, Nílton Santos, “l’Enciclopedia del Calcio”, Didi e Jairzinho vestivano questa maglia.
Tuttavia, il Botafogo è anche un club perseguitato dai fantasmi e dalla superstizione. Un aneddoto che lo rappresenta perfettamente è quello del cane Biriba. Nel 1948, dopo 21 anni senza vincere il campionato carioca, il presidente portò allo stadio il suo cagnolino. Il Botafogo vinse. Biriba divenne una mascotte indispensabile, presente a ogni partita di quella cavalcata trionfale. Questa natura, a metà tra scaramanzia e dramma, è esplosa nel 2023, quando il club, con un vantaggio abissale in campionato, subì un crollo psicologico inspiegabile, perdendo il titolo all’ultima giornata. Un trauma nazionale. Proprio per questo, la vittoria della Copa Libertadores l’anno successivo non è stata solo una vittoria: è stata la chiusura di un cerchio, la pace con il proprio destino.
Arrivato a inizio 2025, Igor Jesus è uno dei volti nuovi su cui il Botafogo ha deciso di puntare per rinforzare e ringiovanire il proprio reparto offensivo. È un attaccante che si è messo in grande luce nel campionato degli Emirati Arabi Uniti, dimostrando di avere un notevole fiuto per il gol. Rappresenta un investimento importante per il presente e per il futuro del club. Igor Jesus è un centravanti fisico e potente, un classico “uomo d’area” forte nel gioco aereo e abile nel fare a sportellate con i difensori. Nonostante la stazza, possiede una buona coordinazione e un tiro preciso che lo rendono un finalizzatore efficace. Offre al Botafogo un’opzione diversa in attacco, portando gioventù ed energia.
Matheus Martins è uno degli esterni offensivi più elettrizzanti del panorama brasiliano. Acquistato a titolo definitivo dal Botafogo nel luglio del 2024, il suo arrivo ha rappresentato un importante investimento per il club, che si è assicurato un giocatore con esperienza europea e dal potenziale ancora inespresso. Nonostante la giovane età, ha già dimostrato di poter essere decisivo grazie alla sua imprevedibilità e alla sua tecnica sopraffina.
La sua storia è particolare: cresciuto nella prestigiosa accademia della Fluminense, è stato acquistato dall’Udinese, che lo ha poi girato in prestito al Watford, in Inghilterra. Senza mai esordire ufficialmente con il club friulano, è tornato in Brasile per vestire la maglia del Glorioso, diventando subito una pedina fondamentale per l’attacco.
Matheus Martins è la classica ala moderna, rapida e abile nel dribbling. Essendo un destro che gioca prevalentemente a sinistra, la sua giocata tipica è quella di convergere verso il centro del campo per cercare la conclusione in porta con il suo piede forte o per servire assist ai compagni. È dotato di un tiro potente e preciso e di un’ottima progressione palla al piede. La sua agilità e il baricentro basso lo rendono un avversario difficile da marcare nell’uno contro uno, capace di creare superiorità numerica e spaccare le difese avversarie. Ha rappresentato il Brasile a livello giovanile, confermando il suo status di grande talento.
Il tecnico portoghese è stato ingaggiato dal club di Rio de Janeiro il 28 febbraio 2025, prendendo il posto del suo connazionale Artur Jorge. Paiva, nato il 22 marzo 1970, è un allenatore con una notevole esperienza internazionale. È conosciuto per il suo lungo lavoro nel settore giovanile del Benfica e per aver poi guidato con successo l’Independiente del Valle in Ecuador, vincendo un campionato.
Prima di arrivare al Botafogo, ha avuto altre esperienze in America Latina, allenando il León e il Toluca in Messico, e tornando brevemente in Brasile alla guida del Bahia nel 2023. Il suo stile di gioco è propositivo e orientato al possesso palla. Con il Botafogo è attualmente impegnato su più fronti, inclusi il campionato brasiliano (Brasileirão) e la Coppa del Mondo per Club 2025.
Il Botafogo ha avuto l’era mitologica di Garrincha e ha vinto un campionato brasiliano nel 1995 con l’iconico bomber Túlio Maravilha. Ma niente, assolutamente niente, è paragonabile all’impatto emotivo e storico della vittoria nella Copa Libertadores 2024. Per un club che non aveva mai conquistato il trofeo più importante del Sudamerica, questa coppa era un’ossessione.
Vincerla, per la prima volta in 120 anni di storia, e farlo subito dopo aver vissuto l’umiliazione sportiva più grande di sempre, ha un sapore epico che trascende il calcio. È la vittoria della resilienza, dell’orgoglio, della capacità di rialzarsi quando si è toccato il fondo. Ha unito generazioni di tifosi, da quelli che avevano visto giocare Garrincha a quelli che avevano solo conosciuto delusioni. Questa coppa non è solo il punto più alto della storia del Botafogo: è il manifesto della sua anima, la prova che anche la stella più solitaria, se alimentata dalla passione, può illuminare un intero continente.
Il Botafogo si presenta al Mondiale per Club come la variabile impazzita, il contendente romantico. Sulla carta, è inferiore ai colossi europei, ma ha dalla sua la forza di chi non ha nulla da perdere e un’inerzia emotiva travolgente. Nessuna squadra brasiliana va sottovalutata, specialmente una che ha dimostrato una tale forza mentale. L’obiettivo sarà quello di onorare la maglia e dimostrare di non essere lì per caso. Superare la fase a gironi sarebbe già un’impresa storica. Ma questo Botafogo ci ha insegnato che i sogni, anche quelli che sembrano impossibili, a volte si avverano. Porteranno la loro passione, la loro storia e la luce della loro Stella, sperando di regalarci un altro capitolo di questa incredibile favola.