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·14 luglio 2020
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·14 luglio 2020
Chiunque ami il calcio tedesco e parli la lingua di Goethe, ogni volta che va in Germania, lo compra. Un po’ perché in Italia è quasi introvabile, un po’ perché è sempre una miniera di storie e notizie. La rivista bisettimanale “Kicker” il 14 luglio compie cento anni. Una creatura giornalistica, nata nel 1920 dalla mente di Walther Bensemann, una delle figure più importanti per la nascita del Fußball.
Un amore sbocciato a scuola – Walter, senza “h” all’anagrafe, nato nel 1873 a Berlino da una famiglia di origine ebraica, il calcio lo scopre più o meno a dieci anni. I suoi decidono di mandarlo a studiare in Svizzera, a Montreux in una scuola privata inglese. Lì, per la prima volta vede turisti, studenti o commercianti giocare a calcio. È un colpo di fulmine, tanto che a 14 anni, nel 1887 è con alcuni suoi compagni di scuola del Footballclub Montreux, di cui diventa segretario.
Una passione da importare – Nell’autunno 1889, Walther, torna in Germania, a Karlsruhe. Frequenta il prestigioso Bismarck-Gymnasium e lì comincia a parlare anche ai compagni di quel gioco scoperto oltreconfine. A quel tempo lo sport per i giovani era soprattutto atletica, hockey, nuoto, come ricorderà lui stesso anni dopo. Il Rasensport però attecchisce e dietro c’è ancora lui, l’adolescente Bensemann, che nel settembre 1889, mette in piedi l’International Football Club, la prima squadra che in quella fetta di Germania gioca secondo le regole dell’”Association Football”. Due anni dopo, nel 1891, dopo esserne uscito, fonderà il Karlsruher FV, uno dei club che scriveranno la storia degli albori del Fußball.
Un apostolo del Gioco – Dopo il diploma, nel 1892, Walther, che si iscrive all’università per studiare filologia francese e inglese ma non si laureerà mai, inizia la sua opera di apostolato calcistico nel sud della Germania. Fa conoscere il Fußball, sostiene chi vuole creare una squadre, addirittura partecipa lui stesso alla fondazione. Esempi? Il MTV München, da cui poi nascerà il Bayern Monaco, lo Straßburger Fußball-Klub, società del capoluogo dell’Alsazia, allora parte dell’Impero Tedesco e che diventerà l’attuale Strasburgo o gli Stuttgarter Kickers e Offenbacher Kickers, formazioni che ancora esistono.
Avversari cercasi – Negli Anni Novanta dell’Ottocento Bensemann, che gioca ma preferisce soprattutto organizzare, vuole trovare avversari, magari di livello per le squadre del Sud della Germania, visto che un campionato non esiste ancora. Guarda ad altre zone del Paese, per esempio a Berlino ma anche all’estero. Invita squadre francesi, inglesi e svizzere e non sempre gli va bene. Quando chiama per un’amichevole a Strasburgo una squadra francese, un quotidiano di Parigi gli risponde. “Se veniamo, lo facciamo con i nostri cannoni”. In altri casi gli va molto meglio. Nel 1893 i Karlsruher Kickers incontrano una selezione di Losanna e negli anni successivi lui, che come Jules Rimet crede nello sport come mezzo di comprensione tra i popoli, riesce a far incontrare delle selezioni non ufficiali tedesche contro squadre francesi (come il White Rovers Paris nel 1898) o britanniche , come la nazionale “ufficiosa” dell’Inghilterra sfidata nel 1899. Rimediando batoste da tutti, ma anche accreditandosi come figura importante del calcio tedesco.
La nascita della DFB e l’insegnamento – Nel 1900, Walther è a Lipsia, alla riunione che segna la nascita della DFB, la Federcalcio tedesca. È lì per rappresentare diversi club di Mannheim e di Karlsruhe, ed è lui a proporre la denominazione, ancora in uso, di “Deutscher Fußball Bund”. Quell’anno però Bensemann, che sia nel 1896 che nel 1900 ha tentato di portare scrivendo anche al barone De Coubertin una nazionale tedesca di calcio alle Olimpiadi, si allontana dalla Germania. Va in Gran Bretagna per insegnare, da dove ritornerà solo nel 1914, quando viene sorpreso dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. La passione per il Gioco però non l’ha mai abbandonato, per esempio è in tribuna nel 1908, nella prima partita della Nazionale tedesca a Basilea.
Il giornalismo e “Kicker” – Tra le tante cose che Bensemann fa, c’è scrivere. Quando era in Inghilterra inviava brevi corrispondenze e dall’estate 1919 scriveva per “Fußball”, una delle prime riviste specializzate di calcio pubblicate in Germania. Nel 1920, dopo contrasti con la direzione di “Fußball”, Walther decide di far nascere una sua pubblicazione. Il 14 luglio di quell’anno esce “Kicker”. Il primo numero di 20 pagine è un insieme poco organizzato di note e di notizie. Con il tempo e con l’esperienza, nonostante la situazione economica non floridissima, “Kicker” si farà spazio, grazie a ottime firme e alla crescita della popolarità del calcio. Walther, oltre a dirigere, firma i suoi Glossen, editoriali dove non risparmia nessuno, nemmeno i vertici della DFB.
L’esilio – Nel 1933, con l’arrivo al potere di Hitler, per Bensemann, ebreo e cittadino del mondo, la vita però diventa dura. Il 28 marzo firma il suo ultimo pezzo, poi va a vivere in Svizzera, dove Ivo Schricker, suo vecchio compagno al Karlsruher, è il segretario generale della FIFA. Morirà un anno dopo, il 12 novembre 1934, non prima di avere visto la Germania arrivare terza ai Mondiali in Italia. La sua figura per molti decenni sarà quasi dimenticata. Adesso a lui dal 2016 è dedicato, oltre a una targa a Karlsruhe, un premio della Deutsche Akademie für Fußball-Kultur.