BundesItalia
·12 novembre 2019
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·12 novembre 2019
Uli Hoeneß ha aperto il proverbiale vaso di Pandora. Il presidente del Bayern (almeno fino al 15 novembre) ha affermato che la separazione da Niko Kovac è stata spinta soprattutto da diversi giocatori nello spogliatoio. Hoeness era sempre stato considerato il primo sostenitore dell’ex allenatore dei bavaresi e anche dopo l’esonero ha preso le sue difese: “C’erano correnti nello spogliatoio che volevano un cambio di allenatore. La dirigenza ha reagito di conseguenza”.
‘Sport Bild’ ha identificato una lista dei giocatori insoddisfatti e che avrebbero voluto la dipartita di Niko Kovac, poi ottenuta grazie alle dimissioni. A molti, in generale, non è andata giù la dichiarazione del croato sul ritmo della squadra. “Non puoi andare a 200 all’ora con una macchina che fa al massimo i 100”, aveva dichiarato. Più nel dettaglio, i dissidenti sarebbero stati 7.
Manuel Neuer – Il capitano è stato a lungo uno dei principali difensori di Kovac, ma si è lentamente allontanato da lui con il passare dei giorni, probabilmente spinto anche dal malcontento crescente nello spogliatoio.
Thomas Müller – Il caso più spinoso e meno nascosto, tanto da arrivare a parlare di addio a gennaio. Era considerato un ‘piano B’ da Kovac, che non l’aveva nascosto nemmeno pubblicamente. Nel simbolo del Bayern è emerso un sentimento di disrispetto.
Joshua Kimmich – Un altro dei simboli, ha criticato molto spesso le idee tattiche e il sistema poco strutturato del Bayern. Dopo il Klassiker ha dichiarato che “con Flick i giocatori avevano compiti chiari e sapevano cosa fare in campo”. Una frecciata nemmeno tanto velata.
Robert Lewandowski – I suoi goal non sono mai mancati, ma il polacco ha contestato molto il fatto che Niko Kovac non riuscisse a trarre il meglio da altri giocatori della rosa. Anche in estate il 9 del Bayern era stato critico con la dirigenza sul mercato.
Jérôme Boateng – Nell’estate 2018 doveva passare al PSG, ma la sua cessione è naufragata. Kovac gli aveva promesso che lo avrebbe considerato al pari degli altri come un potenziale titolare, ma nel pensiero del numero 17 così non è stato.
Thiago Alcántara – Kovac gli ha consegnato le chiavi del centrocampo facendolo spesso giocare anche da vertice basso. Recentemente però lo ha criticato per le prestazioni effettivamente sotto tono e lo ha lasciato in panchina contro il Tottenham dal 1’. La fiducia reciproca è crollata.
Javi Martínez – L’immagine della sua delusione per l’ennesima panchina il 5 ottobre contro l’Hoffenheim ha fatto il giro del mondo. L’ex Athletic non è stato soddisfatto delle eccessive esclusioni dalla formazione titolare in questa stagione.