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·9 agosto 2025
Baba Hay Juve, il ds del Chisola Freda: «Amir è pronto per questo percorso. Un giocatore moderno con una classe innata: ve lo racconto dentro e fuori dal campo» – ESCLUSIVA

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·9 agosto 2025
Una (già fortissima) Juventus Under 17 ha messo a referto l’ennesimo colpo interessante: dal Chisola arriva Amir Baba Hay. Il talento classe 2009 ha vinto tutto con la squadra piemontese rubando l’occhio ai bianconeri che hanno deciso di non farselo sfuggire. Per conoscerlo meglio, sia dentro che fuori dal campo, Juventusnews24 ha intervistato in esclusiva il direttore sportivo del Chisola, Alessandro Freda.
Quali sono state le prime cose che vi hanno colpito di Amir quando l’ha osservato e poi quando è arrivato al Chisola?
«Le prime cose che ci hanno colpito di Amir, quando è venuto due stagioni fa dal Torino, sono state sicuramente la sua grande tecnica di base, la capacità di saltare l’uomo e soprattutto un ottimo cambio di passo nonostante fosse molto un po’ mingherlino».
Che tipo di giocatore è? Può descriverci il suo stile, i suoi punti forti e le aree dove può ancora crescere?
«Lui è un giocatore moderno, una mezzala offensiva che ha un grandissimo cambio di passo, ha grande tecnica, fortissimo nell’uno contro uno, un’ottima resistenza, capacità di saltare l’uomo e di inserirsi. Fisicamente è da costruire, ma ha delle fibre importanti. Una mezzala moderna di piede destro che può anche giocare come trequartista o attaccante esterno perché sa vedere la porta e allo stesso tempo sa imbucare. Un giocatore molto duttile».
Amir è un fantasista moderno che può giocare in molte zone in far offensiva. In che ruolo è stato impiegato più spesso e dove rende meglio?
«Quest’anno insieme a mister Mezzano abbiamo individuato in lui, il ruolo di mezzala moderna nel 3-5-2, un po’ alla Mkhitaryan, Nico Paz. Un giocatore che sa venire dentro il campo a prendersi la palla anche tra le linee, sovrapporsi col quinto anche sull’esterno».
Quanto ha inciso nel percorso sportivo del Chisola, anche a livello di gruppo, nei successi della squadra?
«Sicuramente ha inciso nel percorso di quest’anno, dove la squadra ha vinto tutto: campionato regionale, Gold Cup (torneo ideato dalla federazione), titolo regionale e la Supercoppa. Lui è stato tra i protagonisti della squadra, ha dato un ottimo apporto».
Ha una forte ispirazione in Neymar: si vede qualcosa di lui in Amir, a livello tecnico o caratteriale?
«Sì, a livello tecnico ha qualcosa dei giocatori brasiliani. Ha questi movimenti, questa classe un po’ innata. È un ragazzino molto coordinato e tecnico. Caratterialmente invece è un ragazzo splendido, con i piedi per terra, che si diverte giocando a calcio ma ha un’ottima attitudine: gli piace lavorare, allenarsi, correre».
Su Amir c’erano sicuramente altre squadre. Quando è nato l’interesse della Juve?
«L’interesse della Juve è nato ad aprile, al torneo Lascaris, dove il direttore Sbravati e Corrado Grabbi l’hanno visto. Fece un’ottima prestazione proprio contro la Juve, finita 1-1, dove fece molto bene. Nonostante ci fossero gli interessamenti di 6-7 società, quando si è trattato della Juventus, tutti i discorsi si sono fermati».
Che tipo di ragazzo è Amir fuori dal campo?
«Fuori dal campo è un ragazzo tranquillissimo, uno dei migliori che ho avuto in questi 5 anni. Ha una famiglia molto seria dietro, una famiglia di atleti: la mamma è un’ex ballerina e gestisce una scuola di danza, il papà è un ex calciatore marocchino, ha giocato in Serie D e nella seconda serie marocchina. Ha un fratello classe 2013, ottimo prospetto anche lui, nella Juventus, Annwar».
Come si era integrato nel gruppo? È un leader silenzioso o più estroverso? Come l’avete trovato dopo gli anni nel settore giovanile del Torino?
«Si è integrato bene perché è un ragazzo piacevole. Amir non è un giocatore egoista o presuntuoso, è un ragazzo molto tranquillo, di compagnia e un leader positivo. Quando è arrivato era un po’ in difficoltà mentalmente per la “bocciatura” dal Torino. Abbiamo fatto un ottimo lavoro per ridargli fiducia perché le sue capacità c’erano. Ha preso fiducia e quest’anno ha fatto la differenza».
Ci sono valori o aspetti caratteriali che secondo lei faranno la differenza nel suo percorso alla Juventus?
«Quando arrivi in una società come la Juventus, in Under 17, la selezione è altissima. La concorrenza è tanta, dovrà rimboccarsi le maniche e alzare l’asticella. Ho sempre detto anche al direttore Sbravati che Amir è pronto per questo tipo di percorso. Gli servirà tempo, ambientamento, ma è pronto per fare un percorso importante perché ha testa, voglia, umiltà. Il Chisola sarà sempre un suo tifoso. Lui deve emergere su questo aspetto: deve accettare la concorrenza ma non l’ho mai visto in difficoltà. È un ragazzo intelligente, riconosce chi è più avanti e chi no quindi quando dico che è pronto, è pronto».
Si ringrazia Alessandro Freda per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
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