✍️ Addio al Trinche Carlovich, il genio che fu idolo di Maradona | OneFootball

✍️ Addio al Trinche Carlovich, il genio che fu idolo di Maradona | OneFootball

Icon: OneFootball

OneFootball

Davide Zanelli·9 maggio 2020

✍️ Addio al Trinche Carlovich, il genio che fu idolo di Maradona

Immagine dell'articolo:✍️ Addio al Trinche Carlovich, il genio che fu idolo di Maradona

“A volte mi sono seduto sulla palla durante le partite, ma l’ho fatto solo per avere una pausa e non per prendere in giro l’avversario sul campo. Il mio stile di gioco di calcio è stato molto modesto, come lo è stata la mia vita, nonostante i peccati di gioventù che avrei potuto commettere”.

Tomás Felipe Carlovich, noto come El Trinche, si è spento ieri, a 74 anni, dopo due giorni di coma. Dopo un furto ai suoi danni, un gruppetto di delinquenti lo ha spinto a terra facendogli sbattere la testa.


OneFootball Video


Se ne è andato così l’idolo di Diego Armando Maradona, uno dei più grandi calciatori che (non) si siano mai visti.

La sua vita è stato un omaggio al realismo magico delle migliori penne del Sudamerica. La sua carriera, invece, una prova continua di classe e coerenza.

Non è mai voluto allontanare da casa, non ha mai giocato per la fama fine a se stessa. Ha incantato per divertimento. Non è un caso che sia stato lui a inventare il doppio tunnel, che non veniva fatto per umiliare, ma perché questo è il Gioco nella sua forma più pure: spettacolo.

Se n’è andato in maniera banale, lasciando una vita semplice e per nulla appariscente (anzi, si potrebbe dire il contrario). Eppure, la sua figura, strappata in qualche modo alla letteratura, ha lasciato un segno indelebile.

Ci si ricorderà di lui come del giocatore che, durante un’amichevole pre Mondiale 1974 tra l’Argentina e una selezione di giocatori di Rosario, umiliò l’Albiceleste. 3-0 secco a fine primo tempo, quando il Vladislao Cap andò a chiedere di levare dal campo il Trinche, perché stava facendo sfigurare i giocatori che sarebbero andati a giocare in Germania Ovest.

Non serve indagare, provare a scoprire come fosse Carlovich nella realtà. Non ce n’è bisogno. Non serve nemmeno provare a raccontarlo, perché penne ben più esperte si sono cimentate nell’ardua impresa.

È sufficiente fidarsi di Diego Armando Maradona e di ciò che disse quando approdò al Newell’s Old Boys. Non appena un giornalista lo definì senza esitazioni il miglior giocatore nella storia del club, lui scosse la testa: “Il miglior calciatore ha già giocato a Rosario, e il suo nome è Carlovich”.

Riposa in pace, Trinche.