10 Talking Points: il primo trofeo dell’era Pirlo | OneFootball

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·21 gennaio 2021

10 Talking Points: il primo trofeo dell’era Pirlo

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Bentornati a “10 Talking J-Points (Supercoppa special edition).

Ecco le dieci cose che ci ha detto la finale tra Juventus e Napoli:


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1. La Juve non stecca l’appuntamento col primo trofeo stagionale, il primo dell’era Pirlo e il primo per tanti ragazzi che da quest’anno vestono bianconero. Al di là di ogni altra considerazione, anche per quest’anno la stagione con zero titoli sarà la prossima.

2. Serviva una risposta dopo l’indecorosa prestazione di San Siro ed è arrivata forte e chiara: la Juve c’è, nel bene e nel male, negli alti (non pochi) e nei bassi (forse troppi). L’altalena di umori e prestazioni non dà grandi certezze sul prossimo futuro, ma la Juve è viva, al contrario di quanto si sia pensato e scritto in questi giorni.

3. Sono bastati 5 mesi di panchine a Pirlo per vincere il suo primo titolo da allenatore. Ogni altra speculazione è sterile, ma il dato resta e parla da sé. Complimenti mister!

4. Non avere a disposizione alcuni giocatori non può essere un alibi se ti chiami Juventus, ma quando li hai la differenza si vede, specie in partite importanti come le ultime due disputate. È bastato un Cuadrado in più e un Frabotta in meno (con tutto il dovuto rispetto per il laterale romano) per cambiare volto alla squadra. Speriamo di recuperare presto gli altri tasselli mancanti.

5. Entrando nella partita: preparata bene da Pirlo e interpretata altrettanto bene dalla squadra. Juve dominante per lunghi tratti del match, pur non creando occasioni nitide, complice un Napoli insolitamente schiacciato nella sua metà campo ed incapace di venir fuori dalla pressione. Due passaggi a vuoto e un ingenuità in area di rigore potevano costarci molto caro, come sovente è capitato ad inizio stagione, ma stavolta gli episodi son girati a nostro favore. Ogni tanto, è anche giusto così.

6. Nelle tre vittorie fin qui più importanti della stagione (Barcellona, Milan e Napoli), abbiamo schierato tre mediane diverse: Arthur-McKennie + Ramsey a Barcellona, Rabiot-Bentancur + Ramsey a Milano e Arthur-Bentancur + McKennie ieri sera. Il problema, quindi, non è di interpreti o di scelte, ma di atteggiamento. Quando si sta in campo col piglio giusto, la squadra ha dimostrato di poter funzionare con tutti. Se si veste quella maglia, la fame e la determinazione sono ingredienti da metter sul piatto in ogni partita.

(CR)7. Dovrei anche commentare l’85° gol in 109 partite del più grande “problema” della Juventus? Non credo di meritare tanto.

8. In attesa del fatidico recupero della terza giornata, il Napoli ha ricevuto quel che ha meritato, perché il giudice migliore resta il campo. Chi semina vento, raccoglie tempesta.

9. Che sarebbe importante dar continuità lo diciamo da mesi ormai e sarebbe pleonastico ribadirlo. Inutile azzardare previsioni, quel che ci aspetta nei prossimi mesi lo dirà il campo. Ciò che, invece, si può fare è evitare quanto più possibile eccessivi balzi di umori, tifando con fiducia e abbassando le pretese. Stop ai funerali, le somme le tiriamo a giugno.

10. Dieci anni con almeno un trofeo, 18 titoli dal 2011 ad oggi. In molti credo che ancora non abbiano compreso cosa sia stato realizzato in questi anni. Ad esser sincero, non l’ho ancora capito neanch’io e ritengo che si potrà comprendere solo quando sarà finito. Perciò mi auguro di non capirlo mai.


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