Zazzaroni, attacco a Simonelli: «Il taglio stipendi in B? Un pastrocchio demagogico che penalizza i deboli. I giocatori migliori lo aggireranno in questo modo» | OneFootball

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Calcionews24

·7 Agustus 2025

Zazzaroni, attacco a Simonelli: «Il taglio stipendi in B? Un pastrocchio demagogico che penalizza i deboli. I giocatori migliori lo aggireranno in questo modo»

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Zazzaroni, attacco a Simonelli: «Il taglio stipendi in B? Un pastrocchio». L’affondo del direttore del Corriere dello Sport

Un “pasticcio” demagogico che allarga la forbice tra ricchi e poveri. Nel suo editoriale per il Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni demolisce senza mezzi termini la nuova norma inserita nell’accordo collettivo tra Lega Serie A e Assocalciatori, quella che impone un taglio del 25% agli stipendi dei giocatori in caso di retrocessione. Lungi dall’essere un’«intesa storica», come l’ha definita il presidente Simonelli, per Zazzaroni si tratta di una misura populista che, invece di creare equilibrio, finirà per penalizzare i più deboli, lasciando intatti i privilegi dei più forti.

L’analisi del direttore è spietata nella sua logica. La regola, scrive, non toccherà minimamente i top player, i campioni che le squadre a rischio retrocessione cercano di ingaggiare per salvarsi. Il loro «potere contrattuale […] sarà verosimilmente esercitato in fase di contrattazione per aggirare l’ “ostacolo”». In altre parole, nessun giocatore di alto livello accetterà un contratto pluriennale con la spada di Damocle di un taglio così netto. La conseguenza è inevitabile e perversa: «Gli effetti ricadranno perciò sui meno “fortunati” che già oggi, per giocare, sono molto spesso costretti a firmare a condizioni economiche assai inferiori a quelle immaginabili». Un provvedimento che, invece di promuovere la sostenibilità, accentua le disuguaglianze.


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Zazzaroni sposta poi la sua critica su un altro tema a lui caro: gli orari delle partite. Se da un lato si dice d’accordo con la proposta di Simonelli di anticipare le partite alle 20:00, dall’altro non nasconde il suo sconcerto per la direzione che il calcio sta prendendo, con le partite serali di Coppa Italia che inizieranno addirittura alle 21:15. La sua conclusione è una sentenza, una frase che è un manifesto d’amore per uno sport che rischia di perdere la sua anima: «Il calcio non è un programma dell’access». Un grido d’allarme contro la deriva di un gioco sempre più schiavo delle logiche televisive e sempre più lontano dalla sua gente.

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