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·22 Desember 2024
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Lautaro Martínez, capitano dell’Inter, riflette sul momento che sta vivendo, segnato da una lunga astinenza da gol (sette partite senza reti), ma con una consapevolezza che lo distingue: il gol, pur essendo fondamentale per un attaccante, non è l’unico aspetto che guida il suo gioco.
Intervistato dal Corriere della Sera, Lautaro ha parlato della sua evoluzione come calciatore: “Sono un attaccante e vivo per il gol, ma bisogna analizzare anche le partite che faccio. Sto giocando più lontano dall’area, un ruolo che mi piace, perché riesco a far salire la squadra. Mi sento bene così, aggiungendo una cosa nuova al mio modo di giocare”.
Quest’anno, con il passaggio di Thuram al centro dell’attacco, Lautaro si è adattato a un nuovo ruolo, meno focalizzato sulla zona d’attacco, ma altrettanto importante per l’equilibrio della squadra: “L’anno scorso era Thuram a allargarsi, quest’anno tocca a lui segnare di più. Non è qualcosa che abbiamo provato, è frutto della nostra intesa in campo”. Il ritorno prematuro e la crescita personale
Lautaro ha anche raccontato di come la stagione estiva non sia stata facile, a causa di un infortunio di Taremi che lo ha costretto a rientrare prima del previsto: “Dopo la Copa América vinta, ho avuto qualche difficoltà. Il corpo a volte ti presenta il conto, ma ora sto meglio”. Un’esperienza che, nonostante le difficoltà, ha contribuito alla sua crescita. Ambizione e motivazione: “Voglio tutto, non voglio fermarmi”
Il capitano dell’Inter non ha dubbi sul suo obiettivo: “Voglio tutto. Quando inizi a vincere, non ti vuoi fermare. Sai quanto è bello essere ripagato per il lavoro che fai”. Lautaro, che ha vinto il Mondiale con l’Argentina nel 2022, ha ammesso che inizialmente pensava di non avere nulla di più da conquistare dopo quel trionfo, ma ora ha una nuova motivazione: “Dopo aver vinto il Mondiale pensavo che non ci fosse altro, ma c’è tanto altro da fare”. E questo “altro” si traduce nella voglia di portare l’Inter a traguardi sempre più ambiziosi.
In merito al settimo posto ottenuto nel Pallone d’Oro, Lautaro non ha nascosto un pizzico di amarezza: “A volte mi sento sottovalutato, ma credo di aver fatto un anno importante. I trofei di squadra hanno un peso diverso”. È consapevole che la sua carriera e il suo impatto vanno oltre i singoli premi individuali, e che il valore di un calciatore si misura anche con i successi collettivi. L’Inter: “Un anno più difficile, ma sappiamo cosa fare”
Dopo un inizio di stagione che, pur positivo, è stato caratterizzato da alcune prestazioni “strane” (tra cui la goleada per 4-4 contro la Juventus), Lautaro ha commentato l’andamento dell’Inter: “Finora abbiamo dato la sensazione di divertirci un po’ meno rispetto all’anno scorso. Il 6-0 contro la Lazio può essere un segnale positivo, ma quest’anno il campionato è più difficile. Sappiamo cosa dobbiamo fare e il mister ci lascia libertà di esprimerci”. Inzaghi: “Un tecnico che mi ha fatto crescere a livelli altissimi”
Lautaro ha anche elogiato Simone Inzaghi, definendolo un tecnico che “secondo me è sottovalutato. A volte continua a pensare come un calciatore, quindi ci capisce e vive le cose come noi. Con Conte ho imparato tantissimo, ma con Inzaghi sento di essere cresciuto a livello altissimo”. Le parole del capitano sottolineano un legame profondo con il suo allenatore, con il quale ha raggiunto una maturazione ancora più forte. La concorrenza e la corsa per lo scudetto
Lautaro non ha paura della concorrenza, anzi, la vede come uno stimolo. In particolare, ha parlato della lotta per il titolo con il Napoli, guidato da un altro ex-tecnico interista, Antonio Conte: “Il Napoli è forte, come anche altre squadre. Noi facciamo il nostro cammino e credo che la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta, che ci porterà a grandi cose”. Lautaro è sicuro che l’Inter, nonostante qualche difficoltà iniziale, sia sulla strada giusta per puntare al massimo.
In sintesi, Lautaro Martínez si conferma un giocatore ambizioso, consapevole della propria importanza ma sempre in cerca di miglioramento. La sua crescita come calciatore non si ferma al gol, ma si estende a tutti gli aspetti del gioco. E con una squadra come l’Inter, in piena lotta per il vertice, le sue ambizioni sono chiare: vincere, vincere, vincere.
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