Pagine Romaniste
·29 juin 2025
Zeman continua a combattere, il figlio Karel: “La riabilitazione va avanti. È il mio eroe”

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·29 juin 2025
Zdenek Zeman sta affrontando con coraggio le sfide imposte dall’ischemia che lo ha costretto a lottare per la vita a febbraio. Uscito dalla terapia intensiva, continua ad essere monitorato con attenzione, soprattutto a causa delle difficoltà nel linguaggio.
Zdenek con gli occhi di Karel.
“Il mio eroe, anche se fosse stato un papà come gli altri. Io fino ai sei anni dormivo tra le sue braccia. A due ha cominciato a portarmi agli allenamenti”.
L’ha fatta nascere in panchina.
“Osservando il calcio alla sua maniera, inseguendo la bellezza. Mai visto una squadra rapire gli sguardi come le sue. Non ce ne saranno altre così”.
Un educatore.
“Ha praticato cinque o sei sport anche ad ottimi livelli. Io, che mi sono dato al basket e al calcio, rispetto a lui sono un pigro”.
Quando Karel decide che vuole essere Zeman?
“Glielo dissi il giorno in cui mi laureai, 110 e lode, a Roma, in Lingue: ‘Ho studiato perché sapevo che ti avrei fatto felice ma voglio provarci anch’io’. Risposta: ‘Fai quello che vuoi, tranne questo. Sono diventato scomodo, incontrerai mille difficoltà’”.
Eppure Karel non ha rinunciato al campo:
“Lo convinsi. ‘Voglio vederti a San Siro’, disse. E mi scoccia non esserci ancora riuscito”.
Difficile essere figlio di Zeman?
“Penso che questo concetto abbia pesato più negli altri che in me. Io ne sono orgoglioso”.
E oggi, da allenatore, Karel non si arrende:
“Ieri dicevo: basta con il calcio, ormai è un capitolo chiuso. Poi dopo un’ora, ovviamente, avevo superato quest’idea. Sospetto che gli altri abbiano meno fiducia in me di quanto ne abbia io”.
E, con un sorriso, ammette che anche “il boemo” ha i suoi limiti:
“Fumare. Ci ho provato anche io da ragazzo, per fare il figo, ma mi dava e mi dà fastidio”.
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