Calcionews24
·8 avril 2025
Bayern-Inter, Ribery: «Sarà una sfida bella da vedere ed equilibrata. Simone Inzaghi è come suo fratelli Pippo, si mette in gioco. La Thu-La? Forte, ma io e Robben di più…»

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·8 avril 2025
Franck Ribery è stato uno dei grandi campioni stranieri che abbiamo avuto la fortuna di vedere giocare in Italia. Ex Bayern, con La Gazzetta dello Sport ha espresso i suoi pensieri sulla sfida di stasera dei tedeschi contro l’Inter per l’andata dei quarti di Champions League.
OLISE – «È una bellissima sorpresa, mi piace la mentalità che ha portato. Ed è anche francese… So quanto sia difficile cambiare Paese, lingua e obiettivi: le pressioni aumenteranno, ma saprà gestirle. Anche grazie a Kompany, che ha ritrovato il feeling con il gruppo e ha la luce ‘speciale’ che c’è negli occhi delle persone davvero innamorate del calcio».BAYERN-INTER – «Equilibrata, appassionante, imprevedibile. Bella da vedere perché sono due giganti, anche se, purtroppo, ci sono tante assenze dalla parte tedesca. In queste sfide bisogna essere oltre il 100%, nel fisico ma soprattutto nella testa. Il Bayern è sempre il Bayern, ma l’Inter è alla stessa altezza per solidità e organizzazione: anche lei può pensare davvero di vincere questa Coppa».SIMONE INZAGHI – «Simone ha costruito un giocattolo molto bello, le sue squadre hanno una precisa identità: a me piacciono le persone che si mettono in gioco come lui. E come suo fratello Pippo. Per un breve tratto, a Salerno, ho fatto il suo collaboratore tecnico e ci siamo capiti al volo: con i campioni funziona così, non servono troppe parole».LA THU-LA E RIBERY-ROBBEN – «Adoro gli attaccanti dell’Inter, si capisce che sono amici come me e Arjen ma noi, oltre a giocare in ruoli diversi, siamo stati al top per 10 anni: la coppia Ribery-Robben ha fatto la storia del calcio, non solo quella del Bayern».IL SUO PRESENTE – «Ho fatto il corso Uefa A, Uefa B e da settembre farò quello Uefa Pro. Voglio diventare allenatore per sentire di nuovo la magia del campo. E voglio diventarlo in Italia, a Coverciano, che ormai è casa: ogni giorno mi piace salutare tutti, dai magazzinieri agli addetti alle pulizie, con il rispetto che si deve a chi lavora. Loro dicono che è un onore avermi lì, ma l’onore è per me essere accolto così. Non conoscevo il vostro Paese prima di arrivarci, avevo ascoltato solo i racconti di mon frère Luca Toni, ma ho scoperto lo stesso mio amore per il calcio, dai bambini ai nonni. Ero a Firenze quando l’Italia ha vinto l’Europeo 2021 e per le strade questo si poteva toccare con mano».CHE ALLENATORE SARA’ – «Anche se sei stato un grande calciatore, è giusto partire dal basso, magari da una squadra giovanile. In Italia vedo crescere la voglia di calcio offensivo, come piace a me, come sono stato abituato perché la palla al Bayern l’avevamo sempre noi…».
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