DirettaCalcioMercato
·16 novembre 2024
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Gerard Piqué, ex difensore di Barcellona e Manchester United, si è concesso ai taccuini de ”Il Corriere dello Sport”, toccando temi di diversa natura. Ma con un comune denominatore: il calcio.
Da calciatore ha vinto tanto, conducendo una carriera ai vertici del gioco. Una sola, la squadra della sua vita: il Barcellona. Con il Blaugrana indosso, Gerard Piqué si è consacrato nella ristretta cerchia dei migliori difensori al mondo, conquistando svariati titoli (31) e attestati di stima. Ora che ha appeso le scarpette al chiodo si gode il presente e si concede ai microfoni: l’ultima intervista, rilasciata al Corriere dello Sport, tocca temi disparati. Partono dalla Masia e arrivano fino alla Kings League, passando per Messi, Ronaldo e…la Juventus. A tutto Piqué, nel vero senso della parola.
Il Barça di Guardiola
“Avevamo un talento incredibile. Ma la cosa più straordinaria di quel periodo è proprio la coppia con Pep. Siamo arrivati praticamente insieme al Barça, io da giocatore, lui in panchina. C’erano Messi, Xavi, Iniesta , Puyol, Busquets…eravamo della casa, figli della Masia. Ci conoscevamo da sempre, l’intesa era naturale, era facile seguire il modello di Pep.”
Com’è la situazione nella privacy?
“Credo che a livello tattico e strategico sia un genio, sa leggere la partita, prevedere come andrà a finire, ti dà tutti gli strumenti necessari per poter contrattaccare o difendere. E poi… In la trasmissione del messaggio motivante non ha rivali e riesce a mantenere alta e costante l’attenzione del gruppo anche per diversi anni. Era molto complicato, in uno spogliatoio di tale qualità e che aveva vinto tanto, garantire lo stesso livello spettacolo, hanno persino cambiato la lingua.
Sergio Ramos è più forte di te?
“In palestra, Sergio.”
Il giocatore che lo ha sorpreso di più:
“Messi è sempre stato diverso dagli altri. Cristiano è il migliore degli esseri umani, ma Leo è un alieno, non appartiene a questo pianeta. L’ho visto allenarsi ogni giorno facendo cose incredibili, lui non ce la farà mai più. C’era qualcuno con la sua velocità di pensiero e la stessa determinazione. Arrivò a 13 anni, giocò assolutamente allo stesso modo sia nelle giovanili del Barça che in prima squadra.
Se la Kings League supera il calcio tradizionale, Florentino lo perseguirà?
“Florentino è molto potente, ha le sue battaglie, i suoi detrattori, la sua Superlega è ancora viva. Noi della Kings League stiamo crescendo poco a poco. Non so dove saremo tra cinque anni, ma vi garantisco che saremo dedicherà tutto l’amore, tutta l’attenzione, tutto l’amore per aiutarla a conquistare ogni paese in cui andremo, l’Italia sarà il prossimo.
Poteva giocare in Italia?
“Il mio ultimo anno a Manchester, prima di andare al Barça, stavo per passare alla Juventus. Era il 2007”
Tornerà al calcio?
“Forse in futuro tornerò a giocare a calcio facendo altro. Adesso mi sento concentrato e tranquillo. Fare l’allenatore però non mi interessa, vent’anni di routine mi hanno portato alla saturazione. Allenamenti tutti i giorni, partite ogni tre o tre”. quattro “Avevo davvero bisogno di una pausa.”