AreaFanta
·27 de diciembre de 2024
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Claudio Ranieri, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa in vista del big match contro il Milan, in programma domenica sera a San Siro. Ecco quanto ripreso da VoceGiallorossa.it:
Come sta Cristante? Contro il Milan un trequartista in più e un centrocampista in meno? «Rispondo subito alla seconda domanda: sapete che decido sempre la sera prima della gara, quindi domani tirerò le conclusioni e vedremo. Chiunque vada in campo, sono sempre convinto che farà una buona partita, per cui hanno tutti la mia fiducia. Per quanto riguarda gli altri, hanno recuperato tutti. Su Cristante ho letto alcune critiche rivolte ai nostri dottori, ma voglio spezzare una lancia a loro favore, perché hanno fatto esattamente quello che il referto radiologico indicava. Abbiamo subito rimproverato chi doveva essere rimproverato e siamo corsi ai ripari».
La Roma ha una forza in più nei suoi tifosi? «Sì, sicuramente. I nostri tifosi, inutile sottolinearlo, sono la nostra forza, il nostro sangue. Sono loro che ci danno energia, che ci spingono a lottare sempre. Sì, siamo professionisti, ma c’è una grande differenza tra essere professionisti con un pubblico che ti sostiene e farlo con un pubblico che non lo fa. Ricordo quando ero ragazzo: giocavamo amichevoli vicino Roma, e all’epoca era possibile aprire maggiormente i campi di allenamento. Oggi è tutto più complicato, ma quando mi hanno chiesto cosa ne pensassi di far venire i bambini, ho detto: “Facciamoli venire il primo dell’anno. Apriamo le porte per farli innamorare subito della Roma”. Questo è stato lo spirito che ci ha accomunato: chi ha organizzato l’evento e io, che ho dato il mio ok».
Più difficile la missione di Fonseca al Milan o la sua alla Roma? «Io credo che gli allenatori, quando prendono una squadra in mano, affrontino sempre delle complessità. Sta poi a loro riuscire a gestirle e superarle. A volte è più facile, altre volte più difficile. Dipende sempre dal contesto e dall’interazione con gli addetti ai lavori.Io sono fortunato perché ho trovato dei giocatori splendidi e una società totalmente a mia disposizione. So che è un compito doppiamente gravoso, ma lo sto portando avanti con tutto l’entusiasmo e l’amore che ho».
Vuole che Dybala, Paredes e Hummels facciano parte della squadra del futuro? «Sicuramente. Così, secco».
Ha studiato qualcosa per limitare Reijnders? «Il Milan, se analizziamo i giocatori uno per uno, ha un organico di grande qualità, con elementi fortissimi e particolari. Credo che sia fondamentale per tutta la squadra, nel momento in cui si perde la palla, mantenere la massima attenzione. Il Milan è una squadra che, sul proprio campo, incassa pochissimi gol: mi sembra sia la seconda migliore in questa statistica, subito dopo il Bologna. Noi, invece, siamo tra le squadre che segnano meno in trasferta. Per questo, dovremo fare una partita eccezionale».
Che carica in più sta dando ai calciatori? «Cerco di dare serenità e tranquillità, e poi, durante gli allenamenti, metto tutto me stesso, cercando sempre di ottenere il massimo da ciascuno di loro. Non sono mai contento del tutto, perché voglio sempre di più. Credo che partite come questa, la prima contro il Milan, si carichino da sole, perché tutti vogliono giocare, tutti vorrebbero giocare a San Siro contro il Milan. Sono convinto che faremo una buona partita, ma è importante, come dico sempre, dare tutto fino all’ultimo secondo. Poi vedremo il risultato, le opportunità che avranno loro e quelle che avremo noi. Dobbiamo stare attenti ai piccoli particolari».
È coinvolto nella scelta del CEO? «Sono coinvolto soltanto nell’aspetto tecnico della società sportiva, non mi occupo di questi meandri. Queste sono questioni delicate che spettano giustamente alla società».
Qual è la sua posizione e quella del club su Pellegrini in vista del mercato di gennaio? «Ho detto di avere tutta la mia fiducia, perciò se verranno offerte, le valuteremo come tutte le altre, per tutti gli altri, né più né meno. Mi auguro che Lorenzo possa restare qui con noi, ma deve essere contento anche lui, questa è la cosa più importante».
Su Svilar. «Lasciamo perdere i paragoni tra portieri. Da quando sono arrivato, sta facendo veramente molto, ma molto bene. Lui sa che può iniziare l’azione da dietro, ma anche rinviare velocemente lungo. Una volta che i giocatori sono catechizzati, li lascio liberi. Poi, in campo, sono loro a prendere le decisioni. Noi allenatori possiamo urlare, ma molte volte gridi al tuo giocatore che ti sta a due metri e non ti sente assolutamente. Quindi, cerchiamo di dare delle indicazioni, ma poi sta a loro interpretare in base alla loro esperienza e a quello che sentono in quel momento. Il portiere, però, è colui che ha un’influenza ancora maggiore sull’andamento della gara. Lui sa quando accelerare e quando rallentare l’inizio dell’azione».
Vuole confermare Saelemaekers? Domani parlerete col Milan? «Ma solitamente, quando si va a giocare, c’è poco da parlare con la controparte. Saelemaekers si è ambientato benissimo a Roma, per cui è uno di quei giocatori che vogliamo tenere. C’è anche la questione con Abraham. Vediamo come si svilupperanno le cose».
È stato più difficile allenare i giocatori che non sono entrati contro il Parma? «Allora, tante volte si fanno dei cambi perché l’avversario fa dei cambi e cambia un po’ la partita. Mandando dentro altri giocatori, dai altre disposizioni. Lì stavano tutti spingendo. Io voglio che si spinga fino all’ultimo secondo della partita. Stavano tutti giocando bene, tutti. Per cui non mi è sembrato doveroso fare dei cambi. Non ho pensato al perché e per come. Ho visto che andavano, spingevano. Tutti stavano sul pezzo. Ho detto: “Beh, continuiamo così”. Tutto qua».