Milan-Feyenoord, Van Bommel: «Leao mi ricorda due miei compagni del Bayern, deve convincersi a fare questo. Reijnders è un team player. E Ibra ha il Dna del club» | OneFootball

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·18 de febrero de 2025

Milan-Feyenoord, Van Bommel: «Leao mi ricorda due miei compagni del Bayern, deve convincersi a fare questo. Reijnders è un team player. E Ibra ha il Dna del club»

Imagen del artículo:Milan-Feyenoord, Van Bommel: «Leao mi ricorda due miei compagni del Bayern, deve convincersi a fare questo. Reijnders è un team player. E Ibra ha il Dna del club»

Le parole di Mark Van Bommel, ex centrocampista olandese del Milan, sulla sfida di Champions League contro il Feyenoord

Mark Van Bommel ha giocato nel Milan ed è olandese. Adesso fa l’allenatore ed è la persona giusta per analizzare il ritorno di Champions League con il Feyenoord che stasera chiama il Diavolo a rimontare a San Siro lo svantaggio maturato a Rotterdam. Ecco la sue parole a La Gazzetta dello Sport.

LA GARA D’ANDATA«Condivido in pieno quello che hanno detto Conceiçao e i giocatori a fine partita. È stato un Milan poco intenso, a cui è mancata aggressività. Dispiace perché parliamo di un gruppo molto competitivo, di altissima qualità, che però fatica a esprimersi da squadra. Presi singolarmente i giocatori sono molto, molto forti. Ma se manca la determinazione è come giocare da “6”. Non dico che devi essere sempre da 10, ma almeno da 8. Se non ti esprimi al massimo rendi la vita facile all’avversario e così è successo in Olanda».LEAO«È un giocatore straordinario. Ha velocità, fisico, credo che nemmeno lui abbia davvero la consapevolezza di quanto sia forte. Deve innanzitutto trovare continuità: la consideri una sfida con se stesso. E poi, come dice l’allenatore, essere di supporto alla fase difensiva. Sapete chi mi ricorda? Robben e Ribery, con cui ho giocato nel Bayern Monaco. All’inizio non erano troppo coinvolti in difesa: quando invece hanno iniziato a dare una mano, quella squadra è diventata imbattibile. Univa la cattiveria agonistica alla loro qualità».REIJNDERS«È un giocatore molto intelligente. Difende, attacca, si inserisce, segna. È un “team player”, un uomo a tutto campo. Sapevo che sarebbe arrivato al top anche se non era assolutamente facile. Passare dall’Az al Milan è un gran bel salto e lui si è calato subito nella nuova realtà. Anche se credo che proprio la Serie A si adatti perfettamente alle sue caratteristiche».IBRAHIMOVIC DIRIGENTE«Insieme abbiamo vinto lo scudetto, ha un carattere fortissimo che lo spinge a cercare sempre il successo e questo combacia con il Dna Milan. Il ruolo di oggi è diverso, ma ho visto che nelle ultime due sessioni di mercato, tra l’estate scorsa e gennaio, ha cercato di costruire una squadra che rispecchiasse la sua idea di calcio. Spero e credo ci sia riuscito: il Milan, per la storia che ha, non può restare fuori dalle prime quattro del campionato italiano e dalla Champions, anche se oggi in Serie A sono in sei o sette a competere per i primi posti».

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