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·5 de mayo de 2025
Gazzetta – Napoli, Conte oltre i limiti e oltre l’emergenza! Col sogno scudetto sempre più vicino…

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·5 de mayo de 2025
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha analizzato la situazione in casa Napoli, soffermandosi sulla lotta scudetto.
Piccolo Bignami sempre utile da portare con sé, quando si parla di una squadra di Antonio Conte. Il primo comandamento è quello imprescindibile, che raccoglie il senso di cosa si crea all’interno di uno spogliatoio contiano: “Pensare al noi e non all’io”. Tradotto: la squadra viene davanti a tutto: per la squadra, per la maglia, per ciò che rappresenta la società per i tifosi e la città, esiste solo l’obiettivo comune. E il duro lavoro finalizzato al risultato di gruppo. Il Napoli di oggi è la rappresentazione più autentica di quanto Conte sappia incidere sulle sue squadre. Tatticamente perfetto, sempre dentro alla partita, sempre oltre i limiti. Dove tutti sanno fare tutto. E dove è vietato fasciarsi la testa. Antonio ha convinto i suoi ragazzi che nulla è impossibile se uno lo vuole. Conta il modo in cui si va a caccia dell’obiettivo, la fame di arrivare al risultato, la voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.
La cultura del lavoro è alla base di tutto: una volta recepito questo, il Napoli ha smesso di soffrire di vertigini. Il primo posto è ancora un risultato parziale: la strada è lunga, ma dipende solo da ciò che la squadra saprà fare sul campo. E pazienza se l’emergenza è diventata una ingombrante compagna di viaggio: bisogna guardare avanti, partita dopo partita. E non mollare mai. “I miei ragazzi sono dei soldati, nell’emergenza non abbiamo mai fiatato. Mi auguro che Lobotka non abbia nulla di grave, non voglio raschiare il fondo del barile ma sono sereno perché posso contare su tutti. A Bologna giocò Scuffet e diede la sua risposta, uguale Mazzocchi che fece una grande partita con l’Empoli. Ho avuto già tante risposte, sono tranquillo ma tranquillo fece una brutta fine…. piedi per terra. Solo chi vince scrive la storia, gli altri al massimo la vanno a leggere. Se non dovessimo vincere… tra due o tre anni nessuno si ricorderà più del nostro cammino”.
Il Napoli ha imboccato il rettilineo finale. È avanti all’Inter, ha un margine di errore minimo ma ce l’ha: con sette punti nelle prossime tre, sarebbe aritmeticamente campione d’Italia. Vantaggio minimo ma importante, che ora i suoi soldati dovranno mantenere invariato nelle prossime tre battaglie. E allora i primi della truppa che dovranno caricarsi i compagni sulle spalle sono i due contiani per eccellenza: Romelu Lukaku e Scott McTominay. Non a caso il centravanti perfetto di Antonio e il nuovo centrocampista “box to box” con cui diventare dominanti. Lukaku sapeva bene sin dal principio che tipo di stagione avrebbe vissuto. Lui e Antonio sono come padre e figlio (sportivamente parlando) ed è chiaro che il tecnico da Romelu si aspetta sempre qualcosa in più. Che sia uno scatto, una sponda, uno strappo, un recupero. A Lukaku non viene perdonato nulla, proprio perché deve essere lui il primo a dare l’esempio. E McTominay ha capito presto il valore del suo allenatore, il cui pensiero di sposa perfettamente col suo modo di intendere il calcio e la vita, come raccontò alla Gazzetta: “I suoi allenamenti sono molto duri, anche mentalmente. Ma nel calcio e nella vita non raggiungi nulla senza lavorare duramente. Questa è la base dei miei valori”.
Lukaku e McTominay sono gli uomini in vetrina, per diversi motivi. Romelu è in doppia doppia (12 gol e 10 assist, solo Salah meglio in Europa), Scott ha già stabilito il suo record di reti in un campionato (11). Potenziale enorme, ma poi serve l’allenatore giusto per metterlo tutto sul campo. Antonio ha fatto ancora una volta centro, ma non solo con le due stelle della squadra. Tra i soldati fidati c’è Giovanni Di Lorenzo, il capitano che era pronto a salutare prima dell’arrivo di Antonio. È tornato sui livelli dello scudetto, ma ha scoperto la bellezza della duttilità. Da terzino o da centrale a tre, si può essere determinanti sempre e in entrambe le fasi. Come Anguissa, uomo ovunque e ora pure goleador, o come sta facendo Olivera, a Lecce improvvisato difensore centrale, con risultati eccellenti. Rrahmani, poi, è l’ultimo capolavoro: Conte lo ha definito un computer, uno che impara subito ogni cosa nuova gli venga proposta. Amir fin qui è stato impeccabile, come il Napoli. Oltre i limiti, oltre l’emergenza. Col sogno scudetto sempre più vicino.
Carlo Gioia