Ventura attacca: «Il problema dell’Italia è il sistema, forse ora qualcuno lo capirà. Io ho perso due partite in due anni…» | OneFootball

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·8 June 2025

Ventura attacca: «Il problema dell’Italia è il sistema, forse ora qualcuno lo capirà. Io ho perso due partite in due anni…»

Article image:Ventura attacca: «Il problema dell’Italia è il sistema, forse ora qualcuno lo capirà. Io ho perso due partite in due anni…»

Le parole di Gian Piero Ventura, ex allenatore, sul momento dell’Italia dopo la sconfitta contro la Norvegia. Tutti i dettagli

Gian Piero Ventura ha parlato a La Repubblica del momento dell’Italia e delle voci sull’addio di Spalletti.

SCENARIO POSSIBILE«Nessuno si sarebbe aspettato una caduta simile, non così. Io, comunque, continuo a pensare che il calendario possa permetterci una goleada contro la Moldova, una vittoria contro Israele e la possibilità di battere bene la Norvegia a novembre, quando il nostro calcio di solito corre più che a giugno. Però, di scontato non c’è nulla».


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NESSUN PARAGONE CON IL 2017«Noi perdemmo due partite in due anni, e una di queste contro la Spagna che era la nazionale più forte del pianeta. E purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di raddrizzare il cammino. Inoltre, per la prima volta nella storia si qualificava solo la vincente del gruppo. Eppure, la nostra eliminazione venne vissuta come una catastrofe».

EUROPEO A PARTE, UN DECLINO«Il problema è di sistema: prima o poi qualcuno lo capirà. In Italia non si allevano più i talenti, è come se avessero vietato il dribbling, nessuno salta più l’uomo. Se non andiamo ai Mondiali da due edizioni, se l’anno scorso abbiamo disputato il peggior Europeo della nostra storia e se siamo riusciti a prendere tre gol in Norvegia, il guasto è più profondo».

SUL LAVORO DI SPALLETTI«Luciano è un amico, è stato anche un mio giocatore all’Entella e allo Spezia e gli auguro di riprendersi presto. Mi fa ridere sentire commenti tipo “il ct doveva mettere qualcuno migliore nell’uno contro uno”. Ma chi? Forse l’unico a saperlo fare è Orsolini. A dire certe cose sono le stesse persone che ci spiegavano come il football fosse diventato fluido».

RISULTATO INASPETTATO«Sinceramente no».

FUTURO AZZURRO«Non potranno essere sereni, però il calendario non è drammatico. Noi italiani sappiamo esaltare e distruggere in un attimo, siamo catastrofisti per natura: mi sembra grottesco. Magari qualcuno adesso dirà che è colpa mia anche questo tre a zero, oppure l’eliminazione contro la Macedonia del Nord…».

NON È LO STESSO PROBLEMA«No, i nerazzurri erano soprattutto stremati».

CAMPIONATO DELUDENTE«Non ricordo neppure una partita davvero bella, ha dominato la noia».

ADDIO AZZURRO«Sono sereno, è tutto passato, anche se qualche comportamento scorretto nei miei confronti si poteva evitare. La nostra eliminazione venne considerata un fatto epocale, e quattro anni dopo solo un incidente di percorso. Non potevo dire di no all’azzurro, sono nato con la cultura della Nazionale, ricordo persino chi mi stava accanto la sera di Italia-Germania 4-3, e la gioia che provai la sera di Berlino. Va bene così. Ho vissuto di calcio, ho avuto la vita che volevo e che mi ha reso felice».

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