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·20 June 2025
Tommaso Starace, Quarant’anni nel cuore del Napoli, tra sudore, scudetti e verità mai dette

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·20 June 2025
Dallo spogliatoio di Maradona alla sfilata dello Scudetto sul Lungomare. Il magazziniere simbolo del Napoli racconta a Fanpage quattro decenni di passione, sacrificio e aneddoti indimenticabili, tra Gattuso, Conte e un caffè diventato leggenda.
Nessuna vacanza, nessun giorno di riposo per scelta. Tommaso Starace, storico magazziniere del Napoli, ha trascorso oltre quarant’anni al servizio del club partenopeo, diventando ben più di una figura dietro le quinte. È stato presenza costante in momenti gloriosi e difficili, dall’era Maradona fino all’ultima consacrazione con lo Scudetto 2023. È l’unico ad aver vissuto da dentro tutti e quattro i titoli nazionali. Un testimone prezioso di ciò che il Napoli rappresenta, per la città e per chi lo vive ogni giorno.
“Non mi sono mai fermato”
Entrato nel club nel 1977, Starace non ha mai smesso di servire con passione la squadra:
“In 40 anni non ho mai fatto un giorno di festa. Anche mia moglie me lo diceva: ‘Ma tu vai ancora al Napoli?’ E io: ‘Sì, perché mi fa stare bene’”.
Ogni giorno parte all’alba per arrivare a Castel Volturno prima di tutti: controlla abbigliamento, colazione, prepara tè, biscotti e naturalmente il suo celebre caffè, diventato un rito per calciatori e allenatori.
Il caffè come rito, da Sarri a McTominay
Il caffè di Starace è diventato iconico. Lo bevevano Sarri (che arrivava a 4-5 al giorno), Mazzarri, e ora anche McTominay, che inizialmente era scettico ma si è convertito:
“Quando è entrato nello spogliatoio per la prima volta si è trasformato in un napoletano: sorridente, allegro, pieno di energia”.
Gattuso e la colletta durante il Covid
Durante la pandemia, Gennaro Gattuso e la squadra organizzarono una raccolta fondi per sostenere lo staff tecnico rimasto senza stipendio.
“Un gesto che non dimenticherò mai. Gattuso è una persona dal cuore immenso, dava tanto ma pretendeva altrettanto”.
Maradona, il legame più profondo
Con Diego Armando Maradona, Starace ha vissuto un rapporto unico.
“Era immenso, ci ha fatto capire cosa vuol dire vincere e affrontare le differenze tra nord e sud. Ci ha difeso dentro e fuori dal campo”. Racconta anche un episodio straordinario: “Ci portò al suo matrimonio in Argentina. Caricò 350 persone su un aereo. Nessuno avrebbe mai fatto una cosa del genere”.
Il dolore per la sua fine
“Se fosse rimasto a Napoli, non sarebbe morto così. Lo hanno lasciato solo, lo hanno sfruttato. Nessuno ha fatto abbastanza per proteggerlo”.
Conte, la scelta giusta
Starace è convinto:
“Conte è l’allenatore ideale per Napoli. La squadra ha basi solide e può tornare a vincere. Dopo il disorientamento post-Scudetto con Garcia, lui ha riportato ordine”.
L’aneddoto su Higuain
Anche sul trasferimento più discusso degli ultimi anni, Starace offre uno sguardo inedito:
“Higuain non voleva andare alla Juventus. Ma certe offerte non si rifiutano. Lui sapeva cosa significava per i tifosi”.
La sua filosofia: umiltà e dedizione
Quando gli si chiede cosa vorrebbe che le persone ricordassero di lui, risponde con semplicità:
“L’umiltà. È la cosa più importante che ho cercato di insegnare anche ai miei figli. Non bisogna essere gelosi. Bisogna essere sempre disponibili verso gli altri”.
Un sogno ancora nel cassetto
Il desiderio più grande di Tommaso Starace?
“Vincere la Champions League nel centenario del Napoli. Due anni fa ci siamo andati vicino. Sarebbe il coronamento perfetto di una vita intera dedicata a questa maglia”.