Calcionews24
·23 July 2025
Stroppa a Venezia: «Ho voglia di lavorare, spero di ricambiare la fiducia che mi hanno dato»

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·23 July 2025
Mentre Jeff Bezos illuminava Venezia con un matrimonio da copertina che ha spaccato in due l’opinione pubblica – tra chi ha apprezzato il ritorno economico e chi ha protestato per i disagi – Giovanni Stroppa è sbarcato in laguna con ben altri propositi. Niente lusso, solo voglia di ricostruire. Dopo tre promozioni in Serie A negli ultimi quattro anni e una finale persa, il tecnico ha accettato la sfida dei lagunari con grande determinazione. Passeggia in centro, valuta se prendere casa tra i canali e si gode il clima positivo. Come ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, la sua missione è chiara: risalire.
VOGLIA DI RISCATTO – «Con una gran voglia di lavorare, mi ha quasi sorpreso, anche se il direttore Antonelli mi aveva detto che le teste sono quelle giuste. Devo dire che il campo l’ha confermato, vedo tra i giocatori retrocessi orgoglio e spirito di rivalsa».
GRUPPO MULTIETNICO – «Capiscono molto bene l’italiano, sono molto attenti alla mia proposta. Il problema non è la parola, ma capire in fretta cosa voglio da loro. Bisogna affrettare i tempi di apprendimento e io devo essere bravo ad accorciarli. Dobbiamo diventare forti e non lo siamo ancora per quello che ci aspetta».
LE SUE CERTEZZE – «Sono stato scelto per la mia idea e spero di ricambiare la fiducia. Per farlo devo portare i numeri, dare identità alla squadra. Il percorso è duro».
CLIMA DIVERSO DA CREMONA – «Qui non percepisco delusione. Ho parlato con qualche tifoso, per provocarli ho detto: facciamo 40 punti e salviamoci. Questo perché la mentalità deve essere quella di fare battaglia, rimboccarci le maniche e crescere. Però qui c’è entusiasmo, un senso di appartenenza che poche volte ho riscontrato. I tifosi si sentono rappresentati dalla loro squadra, questo mi piace».
ADDIO CREMONESE – «Non mi sono amareggiato, oggi mi sento valorizzato e questa è una tappa importante per la mia carriera. A Cremona penso di aver fatto qualcosa di eccezionale, lo dicono i numeri. Solo dal punto di vista umano mi aspettavo da qualcuno qualcosa di più, ma professionalmente ci sta: il contratto era scaduto e non era scontato rinnovarlo. Però abbiamo vinto insieme, ho potuto essere protagonista, e se non avessi vinto sarei stato contento lo stesso per come ho lavorato».
IL MERCATO IN USCITA – «Pochi, per fortuna. Quelli che sono rimasti qui vanno benissimo. La società sa tutto, poi di fronte al mercato alzo le mani».
NOME CALDO: NICOLUSSI CAVIGLIA – «Lui e tanti altri, sarei felicissimo».
IDENTITÀ PRIMA DEL BEL GIOCO – «Qualcosa, per essere belli il percorso è lungo ma ci arriveremo. Prima ci arriviamo, prima esalteremo le doti dei giocatori, che sono tante».
FOCUS SU ADORANTE – «L’anno scorso ha mostrato tante belle cose. Allenandolo è una bella sorpresa dal punto di vista umano: ha fame, ed è quello che ci vuole in questa B, soprattutto dopo una retrocessione».
VALORE RELATIVO – «Vedo tante belle squadre, ho fatto tanta B e conosco le situazioni. Guardo le neopromosse, le deluse del campionato scorso, le retrocesse: occhio, piedi piantati a terra, abbiamo solo un mese per essere pronti».
GLI AVVERSARI IN PANCHINA – «Ne vedo tantissimi bravi».
FINALE CON D’ANGELO? – «Spero che vinca lui. Ma tanto io arrivo prima…»
TRAGUARDO PERSONALE – «Sono felice di allenare a questo livello, mi sento fortunato perché la mattina mi alzo per andare da gruppi stupendi, mi piace da morire. Come migliorare i giocatori: vengo dal settore giovanile, ce l’ho dentro, è la cosa che preferisco fare».
SUL CASO UNDER 21 – «Intanto mi è dispiaciuto per Nunziata, che aveva fatto un ottimo lavoro. Però anche Baldini sa migliorare i giocatori, ha valori umani eccezionali e anche lui saprà trasmettere il vero senso di appartenenza, fondamentale con la maglia azzurra».