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·11 July 2025

Lazio, Christian Manfredini su Lotito: "Per me è un mito"

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Come riporta Tuttomercatoweb, Christian Manfredini, ex calciatore della Lazio, è intervenuto ai microfoni del podcast Doppio Passo. E' proprio in questa intervista che l'ex biancoceleste ha deciso di raccontare alcuni episodi della sua vita - soprattutto riguardo il razzismo - e, inoltre, ha dichiarato di vedere nel presidente della Lazio, Claudio Lotito, un mito.

Ecco le sue parole.


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Photo by New Press/Getty Images via Onefootball

L'episodio di razzismo

Ero già un calciatore famoso, vado a prendere un taxi. In quel momento non c'era un taxi fermo, quindi arriva il tassista con una cliente dietro, si ferma e io mi avvicinai tranquillamente e gli dissi: “Quando scende la signora, posso salire io?". E lui mi guarda e mi fa così: ‘Eh, tu stare calmo, tu aspettare”. Oggi mi viene da ridere. Io lo guardavo perché poi, non nascondiamoci, il calcio mi ha dato sicurezza, mi ha dato tranquillità. Sapevo chi ero, ma non per i soldi, però mi ha dato la sicurezza. Quindi, quando incontro personaggi del genere, sorrido. Quindi aspetto, la cliente scende e lui mi parlava così, mi trattava così. Allora gli ho detto: “Ascoltami, io voglio il taxi, se tu non vuoi dare il taxi, prendo te, il taxi, ti compro e ce ne andiamo assieme”. Così non va bene, però ogni tanto tocca spingere...

Le parole di Manfredini su Lotito

Lotito? Un mito. Io non ho mai visto una persona così caparbia e capace, senza modi però. Quando si punta un obiettivo lo raggiunge. Lui veniva, si sedeva e a un certo punto si addormentava. Lui non dorme, usa 3-4 telefoni contemporaneamente. Un fenomeno. poi ci faceva leggere tutti gli insulti che riceveva, ma non gliene sbatteva niente. Noi lo guardavamo ammaliati, uno spettacolo, lo ascolti come quando parla Sgarbi. Poi lui i risultati li ha ottenuti. Va detto che non ha i modi, però è una persona capace. Io ho avuto dei contrasti con lui. Avevo due anni di contratto, lui voleva che andassimo via e ci ha messo fuori rosa. Avevo due anni di contratto, Pandev uguale. Lui andò all'Inter, io avevo 36 anni e non avevo mercato. Eravamo un bel gruppo nei fuori rosa, c'era Ledesma che poi è stato reintegrato, Quadri, Pandev, Stendardo, eravamo 7-8.

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