Kumbulla: “Grazie Espanyol, qui sono rinato. Se torno a Roma? Non lo so, decideranno le società” | OneFootball

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·18 April 2025

Kumbulla: “Grazie Espanyol, qui sono rinato. Se torno a Roma? Non lo so, decideranno le società”

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Il difensore della Roma ora in prestito all’Espanyol, Marash Kumbulla, ha rilasciato un’intervista per il Corriere dello Sport. Tanti i temi affrontati dal giocatore, dal suo futuro alla sfida in programma domani tra i giallorossi e il Verona. Queste le sue parole:

Partiamo dal passato: domani si gioca Roma-Verona, che è un po’ la sua partita. “Beh sì, ho un contratto con la Roma fino al 2028 e il Verona è la squadra in cui sono cresciuto e a cui sono molto riconoscente. Ma non chiedetemi pronostici. Auguro ad entrambe le squadre le migliori fortune”.


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Ok, diplomatico. Vedrà la partita? “Sì, cerco di non perdere mai partite della Serie A”.

Pensa di tornare alla Roma? “Non lo so, non ho proprio idea. Io sono qui in prestito fino al termine della stagione, mi trovo benissimo, decideranno le società”.

Però il suo parere conterà. “lo sono molto felice di giocare, ho trovato continuità”.

Come mai non l’ha trovata con la Roma? “Voglio chiarire che sono molto contento di come la squadra, i miei compagni, abbiano ritrovato serenità e risultati con Ranieri. E poi voglio aggiungere che la mia priorità ora è l’Espanyol: salvarci e restare uniti ai tifosi è il mio unico penserò. Poi non so cosa sia successo a Roma, forse un insieme di cose, ma andar via era la cosa da fare per ritrovar mi. Non voglio essere presuntuoso, ma un po’ mi aspettavo di poter far bene”.

Lei è stato allenato da Mourinho e De Rossi: cosa le è rimasto? “Mou è straordinario, schietto, sa anche essere duro, ma ti guarda negli occhi e ti dice sempre la verità. Questo mi ha aiutato a crescere. Con De Rossi ho lavorato poco, ma mi piacciono le sue idee e il modo che ha di approcciarsi. Simpatico quando serve, serissimo in altri momenti. Un po’ come Manolo Gonzalez, il nostro allenatore qui. Un personaggio che mi ricorda Daniele: sa empatizzare, non fa differenze”.

Juric lo sente ancora? A Verona è stato importante per lei. “Non pensavo che a Roma sarebbe andata così, per me lui è un bravo allenatore e una brava persona. Lo stimo tanto. Lo sento raramente, ogni tanto ci scriviamo l’in bocca al lupo se c’è qualcosa di importante”.

Due anni fa, aprile 2023, si ruppe il crociato: non è una frase fatta quando si dice: “Tornerà più for te di prima?” “Un po’ sì, un infortunio pesante ti rende più forte mentalmente. Fisicamente ci vuole tempo, il ginocchio non è uguale a prima. Quando mi sono fatto male mi avevano detto che, dal primo allenamento, ci sarebbe voluto un anno per tornare bene davvero. E così è successo”.

Poi a Barcellona non si vive malissimo. “Sì, ci sono posti peggiori (sorride, ndr). Noi siamo abbastanza centrali, il traffico per andare all’allenamento è gestibile, si sta bene. E ripeto ancora una volta quanto sia bello il legame con i tifosi, allo stadio ci sono sempre tante persone che ci danno una grande mano”.

I tifosi del Barça sono la maggioranza, voi siete “gli altri”. “Sono tantissimi, ma vi assicuro che sono molti anche quelli dell’Espanyol: non hanno nulla da invidiare a nessuno”.

Sua figlia di un anno e mezzo dice qualche parola in catalano? “Poco, ma si fa capire. La cosa che ci fa sorridere è che dice “go!” ma non ancora papà”.

In Spagna il calcio femminile à molto sviluppato: le piacerebbe una piccola calciatrice in casa? “Perché no? Se vorrà, a me basta che sia contenta”.

E lei è contento se… “Se in campo faccio bene”.

La sua partita più bella? “Verona-Juve 2-1, sono uscito abbastanza soddisfatto dal campo (ride, ndr)”.

Si sente cambiato dopo un anno all’estero? “Cresciuto, più che cambiato. È un’esperienza che consiglierei a tutti”.

La sua famiglia ha un hotel a Peschiera, lei ha 25 anni: in futuro si vede imprenditore o ancora nel mondo del calcio? “Ho iniziato a pensarci un pò e credo che cercherò di restare in questo mondo. Vedremo se come dirigente, allenatore o assistente”.

Nel caso a chi si ispirerà? Riflette. “Gasperini, mi piace tanto come fa giocare le sue squadre”.

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