Pagine Romaniste
·18 April 2025
Juan: “Totti brasiliano nato nella Capitale. De Rossi tecnico nato”

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·18 April 2025
Juan, difensore che ha giocato nella Roma dal 2007 al 2012, si racconta a La Gazzetta dello Sport. Oggi vive in Brasile ma Roma avrà sempre un posto nel cuore: “L’unico posto dove vivrei se dovessi andare via”. Ecco le sue parole:
Con i giallorossi ha vissuto 5 stagioni molto intense. Che ricordi ha?
“Lo ricordo come un periodo meraviglioso. In spogliatoio mi sono integrato subito perché c’erano tanti brasiliani: quanti scherzi e quante risate! E poi che squadra eravamo…”
In campo vi siete anche tolti delle belle soddisfazioni.
“Assolutamente, in panchina avevamo un genio come Spalletti. Poi anche con Ranieri abbiamo fatto bene. Sono contento che oggi ci sia ancora un signore come lui a guidare la squadra. Noi quegli anni avevamo un gruppo super, formato da tanti ottimi calciatori. E poi c’era Francesco. Un brasiliano nato a Roma”.
È uno dei più forti con cui ha mai giocato?
“Totti? Si. Ma senza dubbio. Era speciale, poteva giocare in qualsiasi club del mondo. Io non amo le classifiche, ma aveva quella magia che avevano i Ronaldinho, i Ronaldo e quel tipo di giocatori lì. Fuori dal comune, direi”.
Se dovesse scegliere 3 fotografie della sua esperienza in giallorosso, quali prenderebbe?
“Scelgo sicuramente le vittorie dei due trofei, l’entusiasmo dei tifosi al nostro arrivo, le feste. E poi i derby, che emozione. L’Olimpico pieno vale il Maracaná”.
Le manca Roma?
“Moltissimo. Appena posso torno, anche se non tanto spesso quanto vorrei. Anche la mia famiglia è molto legata alla città, abbiamo ancora molti amici qui. Io tornerei anche solo per mangiarmi una carbonara fatta a regola d’arte”.
Lei ha giocato anche due mondiali col Brasile, non c’è un po’ il rimpianto di non essere mai riusciti ad arrivare in fondo con una squadra piena di campioni come la vostra?
“Sì, è stato davvero un peccato. Avevamo una rosa che non serve manco dire quanto era forte. Forse ci è mancato un po’ di equilibrio e un po’ di fortuna. In spogliatoio, ovunque ti giravi, trovavi un campione”.
Segue ancora la Serie A?
“Non tantissimo, ma quando posso la guardo. Cerco di seguire tutto e di informarmi. Poi ovviamente ho un occhio di riguardo per le squadre del mio cuore: il Bayer Leverkusen, la Roma, il Flamengo”.
I giallorossi possono arrivare in Champions secondo lei?
“Lo spero, ma non è semplice. Ranieri è fantastico, io l’ho avuto come allenatore e ve lo assicuro. Però nel girone d’andata hanno perso parecchi punti, quindi si sono trovati costretti a rincorrere. Sarebbe una bella impresa, sicuramente saranno lì a giocarsela fino alla fine. Però, vorrei dire una cosa sul mio amico ed ex compagno De Rossi”.
Prego.
“Voglio dire che diventerà un grande tecnico, indipendentemente da come è andata con la Roma. Ne sono certo. Daniele è uno che ama mettersi in gioco, la sfida lo galvanizza e non lo spaventa. Anche quando giocavamo aveva il physique du role dell’allenatore. Una grinta e un carisma unici. Sarebbe morto per la squadra e noi con lui”.
In chiusura, cosa fa Juan oggi e dove si vede nel futuro?
“Ho lavorato per 5 anni nello staff del Flamengo, oggi lavoro in quello della nazionale. Coordino, gestisco e mi piace avere voce in capitolo in determinate scelte. Non so cosa farò nel futuro, ma non mi vedo in panchina ad allenare. Non fa per me. In più sto cercando di contribuire, qui in Brasile, con iniziative a livello sociale. A Rio il tasso di povertà è molto alto e gli aiuti devono partire da noi”.
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