
OneFootball
Emilio Scibona·30 October 2023
🏆Da Nedved a Messi&CR7: i Palloni d'Oro più discussi dal 2000 in poi

In partnership with
Yahoo sportsOneFootball
Emilio Scibona·30 October 2023
I premi individuali per loro natura sono sempre destinati a far discutere e in tal senso il Pallone d’Oro non fa eccezione: la scelta dei vincitori infatti scatena negli appassionati veri e propri dibattiti capaci di protrarsi senza sosta anche a tanti anni di distanza. Vale sia per i giocatori che non sono riusciti a vincerlo che per quei pochi eletti, che al contrario sono riusciti a conquistare l’ambito traguardo.
Dalle vittorie di Belanov e Papin al trionfo di Sammer nel 1996 nonostante una Juventus Campione d’Europa trascinata da un giovane Del Piero, poi decisivo anche in Intercontinentale: gli esempi che si possono fare sono molteplici e volendo applicabili alla maggior parte delle edizioni. In questo articolo vediamo quelli che sono stati i Palloni d’Oro che hanno fatto più discutere nel nuovo millennio.
Nella stagione 2000/2001 a fare la voce grossa, vincendo un campionato all’ultima giornata e conquistando la Champions League nella finalissima di Milano contro il Valencia, è il Bayern Monaco di Hitzfeld, compagine che spiccava più per la dimensione di squadra che non per i singoli.
Certo, il capitano e fulcro di quella squadra era un fuoriclasse assoluto Oliver Kahn ma si sa che la relazione tra i portieri e il premio di France Football è abbastanza complicata. In quella stagione un altro protagonista fu Francesco Totti, stella della Roma capace di vincere a sorpresa la Serie A ma anche quell’impresa non fu ritenuta sufficiente.
Alla fine la scelta ricadde su Michael Owen, giovane (ma al tempo già affermato) talento inglese del Liverpool che quell’anno fu protagonista nel mini treble FA Cup-League Cup-Coppa Uefa conquistato dai “Reds”. Una decisione che fece discutere e che rappresentò l’ultimo acuto della carriera del “Wonder Boy” da quel momento segnata da infortuni che ne offuscarono la stella.
Una premessa si rende necessaria: nella stagione in questione l’allora centrocampista ceco offrì un rendimento senza mezzi termini devastante per qualità e continuità di prestazione, trascinando la Juventus alla vittoria del titolo in Serie A e alla finale di Champions League poi persa ai rigori ad Old Trafford contro il Milan.
Il dubbio che quella finale (che Nedved saltò per squalifica) sarebbe potuta andare diversamente con lui in campo è uno dei più grandi “What If” della storia del calcio italiano e non. Resta però il fatto che quella sera a Manchester a vincere fu la squadra di Ancelotti, trascinata da un blocco di giocatori che avrebbe scritto la storia del club.
A capitanare quella squadra c’era Paolo Maldini, ormai da anni affermato come uno dei migliori difensori al mondo (se non il migliore) e reduce da una stagione altrettanto straordinaria: lo storico 3 rossonero arrivò solo terzo, seguito a ruota da un altro illustre compagno di squadra, Shevchenko, che il Pallone d’Oro lo vinse l’anno dopo. Ancora oggi l’affermazione di Nedved fa discutere.
Anche qui vale la stessa premessa fatta per Nedved: in quel frangente, il fuoriclasse brasiliano era incontenibile, straripante, qualcosa di raramente visto su un campo da calcio.
La stagione 2004/2005 però è al tempo stesso quella che vide il Liverpool tornare sul trono d’Europa dopo la storica rimonta nella finale di Istanbul contro il Milan. Protagonista assoluto di quella partita fu l’allora capitano dei “Reds” Steven Gerrard, leader indiscusso della squadra guidata da Rafa Benitez.
Al centrocampista inglese toccò solamente il gradino più basso del podio (al secondo posto invece il connazionale Lampard) circostanza che (al di là dell’apprezzamento globale riposto nei confronti di Dinho) fece un po’ discutere e tutt’ora lascia qualche dubbio tra appassionati e puristi.
Che Fabio Cannavaro, baluardo della splendida nazionale azzurra vittoriosa in Germania, meritasse un riconoscimento, è indubbio.
Ciò però non toglie che quel riconoscimento lo meritasse altrettanto anche un altra colonna della squadra di Marcello Lippi ovvero Gianluigi Buffon, al tempo il migliore portiere del mondo a stacco e senza timori di smentite, anch’egli protagonista in Germania.
All’epoca la questione (principalmente italiana) su chi dei due meritasse di più il premio fu accesa e dibattuta. Se la decisione fosse stata puramente nostra probabilmente avremmo optato per un irrituale ex-aequo pur di non lasciare fuori Buffon. Poco male, comunque.
Il 2010 fu il primo anno in cui il premio passò sotto la giurisdizione della FIFA, all’interno della quale sarebbe rimasto per altre cinque stagioni, prima del ritorno al sistema “classico”.
Nell’anno del “Triplete” dell’Inter ma anche del trionfo della Spagna ai Mondiali in Sudafrica a vincere il riconoscimento è, tra l’assoluta sorpresa di tutti, Lionel Messi. Una decisione che all’epoca lasciò sbigottiti quasi tutti gli appassionati, al di là delle doti apprezzate e innegabili messe in mostra dalla “Pulce” già al tempo.
Iniesta, colonna del Barcellona e autore del gol decisivo per il trionfo iberico, arrivò solo secondo, seguito da un altro leader delle due squadre, ovvero Xavi. Senza dimenticare poi Sneijder, colonna del “Treble” nerazzurro e finalista sconfitto del mondiale sudafricano, giunto solo quarto. E Milito, che dell’Inter fu capocannoniere, nella lista finale non fu nemmeno incluso.
Le due affermazioni consecutive di CR7, al di là dell’alto standard raggiunto in quel momento dal fuoriclasse lusitano, fecero discutere. Nel 2013 infatti Ronaldo fu incoronato nonostante la stagione monstre del Bayern, trascinato da un Franck Ribery (arrivato invece terzo) che negli anni non fece nulla per nascondere l’amarezza per quella decisione.
Altrettanto dibattuto fu il Pallone d’Oro 2014. Ronaldo vinse da protagonista la “Decima” del Real Madrid ma solamente due mesi dopo la Germania avrebbe vinto il Mondiale brasiliano con un trionfo in pompa magna condito da uno storico 7-1 ai padroni di casa. Protagonista assoluto di quella kermesse fu Manuel Neuer.
In molti pensavano che a distanza di 51 anni da Lev Jascin un portiere sarebbe tornato ad essere il miglior giocatore d’Europa (e in questo caso anche del Mondo). Alla fine però Neuer arrivò solo terzo lasciando a tutti la sensazione che il portiere e il Pallone d’Oro siano due rette parallele.