Calcionews24
·22. April 2025
Riccardo Scirea: «Mio papà Gaetano, una persona normale rispettato e amato da tutti. Sono match analyst della Juve, mi sarebbe piaciuto lavorare con lui»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·22. April 2025
Dal 2008, Riccardo Scirea lavora per la Juventus in qualità di match-analyst. Figlio del grande Gaetano, libero bianconero e campione del mondo con la Nazionale nel 1982, oggi si racconta su La Gazzetta dello Sport.
IL PRIMO RICORDO DEL PADRE – «I giorni in cui saltavo scuola e andavo con papà all’allenamento. Lo guardavo con il magazziniere e quando era finito facevo un po’ di passaggi con lui».CHI ERA GAETANO – «Una persona normale che faceva un lavoro particolare e non si è mai messo su un piedistallo. Un capitano: sapeva come comportarsi. Un uomo che ha vissuto nella semplicità. Un calciatore che preferiva tirare la maglia piuttosto che fare un fallaccio. Ecco perché lo hanno sempre rispettato tutti».ESSERE ALLA SUA ALTEZZA – «Non ci ho mai pensato troppo. Ho provato a giocare senza preoccuparmi dei paragoni. E ho trovato la mia strada, sempre nel calcio. Sono contento e orgoglioso di quello che sto facendo come match analyst e spero lo sia pure lui».IL CARATTERE – «La tranquillità. Era molto sereno, disponibile. Scherzavamo, giocavamo a calcio in casa e spaccavamo tutto: mamma si incavolava. Me lo sarei voluto godere di più: se n’è andato quando io avevo l’età in cui un figlio gioca tanto con il papà».LE ZONE DI TORINO CHE FREQUENTAVANO – «Alla Crocetta, il quartiere in cui abitavamo. Facevamo la passeggiata per andare a Messa, tutti lo fermavano e lui era gentile con ogni persona».CARLO E DAVIDE ANCELOTTI: PADRE E FIGLIO INSIEME – «Sì, ci penso. Credo che lui oggi sarebbe ancora su una panchina. Non so se ci sarebbe stata l’opportunità di lavorare insieme, ma mi sarebbe piaciuto. Ho tutti gli appunti che papà aveva compilato quando faceva il secondo di Zoff e andava a studiare le rivali della Juve. Mi ha dato alcuni spunti interessanti. Sono contento per gli Ancelotti, deve essere un’esperienza bellissima».
Live
Live
Live