Michieli: «In generale non ho mai creduto al fatto che la sampdorianità in sé sia un prerequisito indispensabile». Ecco perché | OneFootball

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·12. April 2025

Michieli: «In generale non ho mai creduto al fatto che la sampdorianità in sé sia un prerequisito indispensabile». Ecco perché

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Maurizio Michieli, il giornalista ha analizzato il cambio dirigenziali in questi ultimi anni. Ecco le sue dichiarazioni

Maurizio Michieli, direttore sport di Telenord, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Tra i temi il cambio dirigenziale in questi anni con particolare focus in Serie B:

«In generale non ho mai creduto al fatto che la sampdorianità in sé sia un prerequisito indispensabile. Negli ultimi anni in panchina ha fatto bene Giampaolo che qui non aveva mai giocato. Tra i dirigenti penso a Marotta, che veniva da fuori. Però in questo momento serviva un elettrochoc, una terapia d’urto, un tentativo di soluzione totalmente estrapolato da un contesto ordinario. E poi non si tratta di un campionato ma di sei partite, forse sette, quasi un… Europeo. Quindi sì, benissimo avere puntato su chi conosce l’ambiente. Ma ancora più fondamentale che ci abbia messo la faccia lui, il “dominus” dell’operazione, Roberto Mancini, il più carismatico e vincente di tutti. Senza la sua presenza, anche fisica, l’impalcatura rischiava di non stare in piedi. Così è perfetta, almeno nelle intenzioni. Poi è chiaro che non bastano i buoni propositi: l’ultima parola e decisiva spetta sempre al campo, dove vanno i calciatori attuali e non le figurine o le glorie».

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