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·21. August 2025

Bedin: «Riportare i giovani dalla B alla A. Samp-Brescia? Non c’erano altre soluzioni»

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«Ho voluto dare priorità in questi sei mesi alle cose da fare, perché ritenevo corretto fare parlare l’operatività, i fatti e il documento programmatico che caratterizzerà il quadriennio di questa governance». E’ iniziata così la conferenza stampa di Paolo Bedin, presidente della Lega Serie B, che ha voluto dare il via alla nuova stagione del campionato cadetto.

«Inizia un campionato estremamente interessante con il solito mix di grandi squadre che garantiscono storia e competitività. Un grazie alle proprietà che danno continuità alle realtà territoriali e che permettono a questo gioco di continuare con investimenti e risorse. E’ una Lega che alla parte tecnico-sportiva vuole affiancare una parte di sviluppo, perché una Lega moderna deve porre attenzione a tutta un’area di sviluppo e servizi necessaria per i club: comunicazione, digital, social e contenuti. Un’area di grande interesse, che insieme a marketing e reparto commerciale cerca di monetizzare la nostra esposizione», ha detto Bedin.


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Sono diversi gli aspetti importanti nell’ambito della governance della Lega, a cominciare dai diritti tv, «un tema su cui la Lega deve anticipare i tempi e non subirli, una logica che presuppone analisi e scelte in anticipo. Poi, la valorizzazione dei territori: quasi sempre le squadre rappresentano la massima espressione del loro territorio e abbiamo la possibilità di valorizzarli. Infine, il ruolo a livello federale: da parte nostra c’è un forte invito al dialogo, rispettando il nostro sistema».

Il prodotto Serie B, da un punto di vista numerico, dimostra di godere sempre di buona salute. Gli abbonati e gli spettatori del campionato sono in continuo aumento e quest’anno sono state superate le 100mila sottoscrizioni per seguire le squadre dal vivo. Anche il valore della produzione e le sponsorizzazioni sono in crescita, con i social che raccontano di oltre 8 milioni di follower sui canali ufficiali della Lega. Dall’altro lato, i dati più preoccupanti emergono dai conti economici e dall’indebitamento dei club, quest’ultimo figlio anche di un continuo aumento dei costi del personale sportivo.

«Abbiamo fatto un forum delle proprietà a luglio e lo faremo ogni anno per avere un confronto. La Lega espone dei numeri, li confronta e fotografa la situazione. E’ il giusto luogo e il giusto momento per arrivare a delle soluzioni», ha spiegato Bedin.

L’importanza dei giovani e il lavoro sui diritti televisivi

Fondamentale per la categoria il tema dei giovani calciatori e di cercare di ripristinare il flusso con la Serie A: «I giovani arrivano in Lega Pro e giocano, in Serie B giocano e dobbiamo riattivare il flusso con la categoria superiore tramite norme sui tesseramenti o forme nuove. Dobbiamo trovare il modo di fare esprimere questo talento nella massima serie. Abbiamo una commissione giovani istituita ad aprile che lavorerà non solo sulla mutualità derivante dalla Legge Melandri, ma anche idee che saranno oggetto delle prossime assemblee».

Tornando alla questione dei diritti televisivi, il presidente della Lega Serie B ha spiegato che «ci sono tre direzioni nelle quali bisogna lavorare: esplorazione e valorizzazione dei broadcaster sul mercato, tra quelli classici e quelli meno classici. C’è poi un tema che ci riguarda perché siamo l’unica Lega che ha lanciato un canale proprio, con un progetto industriale con il canale di Lega, e il terzo è il tema del tipo di contenuto, dobbiamo pensare a contenuti innovativi che intercettino altre generazioni. Sky? C’è un dialogo costruttivo e intenso con tutti, ma al momento non ha portato a delle novità».

E alla domanda sull’ipotesi di passare integralmente al canale di Lega in futuro, Bedin ha risposto: «Non lo so e non ho la pretesa di saperlo. Come Lega abbiamo un team di professionisti importante e dobbiamo interrogarci sul piano di sviluppo del canale e sulle partnership con i broadcaster, una cosa non deve escludere l’altra». Restando sul tema diritti, Bedin ha spiegato che «le risorse sono in calo, i diritti dv decrescono in tutto il mondo e nei campionati più importanti si sta registrando una flessione. Dentro questo scenario dobbiamo usare bene le risorse che abbiamo e trovare all’interno del sistema domestico un concetto di filiera».

Il taglio stipendi in caso di retrocessione e il caso Sampdoria-Brescia

Parlando dell’accordo collettivo tra Serie A e AIC (Associazione Italiana Calciatori) sul taglio degli stipendi ai calciatori in caso di retrocessione in Serie B, il presidente ha accolto con favore la novità e ha accolto «con grande favore il tema e tutto il processo che ha portato a questo risultato. Personalmente con AIC e con Calcagno c’è un grande rapporto e sono molto fiducioso sui risultati che potremo ottenere su questo aspetto e anche oltre».

Bedin è stato interrogato anche sul tema del rispetto e del controllo delle regole del campionato, in relazione a quanto è accaduto nella passata stagione con il Brescia: «Siccome ho la fortuna di conoscere altri sistemi europei, posso dire che il coacervo di regole italiane sull’ammissione ai campionati è uno dei sistemi più complessi. Al suo interno dobbiamo sicuramente migliorare ed evitare il caos in cui siamo incappati noi e la Serie C».

Tuttavia, a proposito del caso che ha coinvolto Sampdoria e Brescia, «come Lega abbiamo preso l’unica decisione possibile, avvallata all’unanimità dal Consiglio più volte e dall’esito dei ricorsi. Non c’erano altre soluzioni. Ciò ha portato alla dilazione temporale delle gare, ma si faranno sicuramente valutazioni per evitare che situazioni di questo tipo si ripresentino in futuro».

Le attese per il campionato di Serie B 2025/26

Bedin torna ancora sul tema giovani, spiegando che «bisogna trovare il modo di fare giocare sempre più giovani nel campionato e che si creino i presupposti per cui questi vadano nel campionato superiore, senza però imporre nulla. Il dialogo e il confronto porta a valutare delle soluzioni».

Da questo punto di vista, le seconde squadre non vengono inquadrate come un elemento di disturbo: «Possono coesistere due modi di valorizzazione del talento. Quello fatto in casa, con le società di B che con il vivaio formano calciatori che giocano in prima squadra, e la valorizzazione di giocatori che provengono dalla categoria superiore che vengono a formarsi nel nostro campionato molto impegnativo. Il tema seconde squadre si inserisce in questo secondo filone e sta avendo buoni risultati, come ha dimostrato la Juventus, e quindi dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti utili a valorizzare il talento».

In chiusura, il presidente ha parlato di cosa si attende da questa stagione: «Mi aspetto il solito campionato di Serie B. Salvo rari casi abbiamo visto un campionato sempre combattuto e imprevedibile, sia per la promozione che per la retrocessione. In tutti i campionati europei la Serie B è stato quello con il minor numero di punti tra la 5a e la 17esima squadra. E’ un campionato in cui una neopromossa che mantiene l’ossatura e azzecca qualche innesto rischia di fare un torneo di vertice. E così una squadra che retrocede dalla Serie A rischia di avere difficoltà».

In ogni caso, la «priorità del sistema è garantirsi un futuro: continuità aziendale e passione sportiva dei tifosi, permettere ai club e alle proprietà di raggiungere un grado di disequilibrio sostenibile, che permetta a quella realtà territoriale di avere garanzie sul futuro. Il tifoso è conscio che avere una società sana è più importante di un centravanti affermato».

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