Zoff: «Di Gregorio è pronto per l’Europa: le parate difficili non hanno categorie; sorpreso dal ritiro di Szczesny» | OneFootball

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·12 de setembro de 2024

Zoff: «Di Gregorio è pronto per l’Europa: le parate difficili non hanno categorie; sorpreso dal ritiro di Szczesny»

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Le parole di Dino Zoff su Di Gregorio: «Mi ha impressionato a Monza, il portiere è un ruolo a parte: fare bene in B e come fare bene in Europa»

Dino Zoff ha rilasciato una intervista a Tuttosport dove ha parlato di Juve e in particolare del cambio in porta con Di Gregorio tra i pali al posto di Szczesny. Di seguito le sue parole.

THIAGO MOTTA – «La sensazione, per quanto ancora parziale, è decisamente positiva. Chiaro, nell’ultima uscita contro la Roma è mancata un po’ di brillantezza per riuscire a portare a casa il risultato. Sono rimasto impressionato soprattutto dalla semplicità espressa dai bianconeri».


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GIOVANI – «Yildiz e gli altri ragazzi stanno dimostrando di avere prospettive importanti, questo è quello che più conta. Sento tanta gente riempirsi la bocca di grandi parole sull’impiego dei giovani, ma la realtà è che ha senso che scendano in campo soltanto se dispongono di qualità sopra la media. Oggi i giocatori che stanno uscendo dal vivaio della Juventus sono solidi: va riconosciuto un grande merito al lavoro del club negli ultimi anni sul settore giovanile e sullo scouting».

DI GREGORIO – «Mi ha fatto un’ottima impressione a Monza, negli ultimi due anni, quindi per me è un grande sì. La base tecnica c’è, la gavetta alle spalle anche. Gli manca esperienza europea? Non mi preoccupa, il portiere in questo senso è un ruolo a sé: le conclusioni difficili le ricevi in Serie B come in Serie A. Se si è bravi tra i pali, lo si è in tutte le categorie».

SORPRESO DALL’ADDIO DI SZCZESNY? – «Sì, molto. Il polacco ancora lo scorso anno si era dimostrato estremamente affidabile, non pensavo che la società fosse disposta a rinunciare a lui e a voltare pagina in porta. Mentre mi hanno sorpreso meno le successive decisioni personali Strano ritirarsi a 34 anni? Ma no, non per forza. Szczesny era ancora in grado di competere ai massimi livelli, per quanto mi riguarda, ma è inevitabile che poi subentrino altre valutazioni: dipende da cosa uno sente dentro, dalle questioni familiari. La necessità di cambiare improvvisamente ambiente può aver inciso sulla decisione».

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