Zazzaroni commenta la decisione di Inzaghi: «Ha fatto bene, ai top non è concesso di perdere» | OneFootball

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·04 de junho de 2025

Zazzaroni commenta la decisione di Inzaghi: «Ha fatto bene, ai top non è concesso di perdere»

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Il direttore di Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, ha commentato sulle pagine del suo giornale la decisione di Simone Inzaghi di lasciare l’Inter

Come è ormai noto, Simone Inzaghi ha lasciato l’Inter. Il tecnico piacentino diventerà il nuovo allenatore dell’Al-Hilal, squadra che gli ha offerto in ricchissimo contratto da 25 milioni di euro l’anno. Una decisione che ha destato scalpore e che è stata commentata da tanti giornalisti e addetti ai lavori. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Ivan Zazzaroni, che ha dedicato una lunga riflessione a Inzaghi sulle pagine di Corriere dello Sport.

INZAGHI HA FATTO BENE – «Simone ha fatto bene: non c’erano più le condizioni per proseguire. A una manita in faccia nella finale di Champions non sopravvive nessuno, neppure il più grande di tutti, il Magnifico Portoghese. Cinque dita di violenza parigina procurano infatti dolori lancinanti azzerando qualsiasi illusione. Perché una cosa è tentare di ricostruire squadra e clima dopo una sconfitta come quella di Istanbul, altro è ripartire da uno zerocinque con il costante accompagnamento della diffidenza del club e della tifoseria. Costretto ad allenare in economia, in quattro anni Inzaghi ha dato un valore compiuto agli sforzi e alle idee di Marotta e Ausilio, vincendo anche le iniziali perplessità del primo, da qualche mese presidente. La verità è che i top mondiali non possono permettersi di perdere: la loro condizione di eccellenza li obbliga a vincere e vincere e vincere ancora, mentre la sconfitta li costringe inevitabilmente alla resa. In fondo gli allenatori di primissima fascia sono paragonabili agli amministratori delegati dai quali l’azienda pretende puntualmente fatturati di livello. È triste, ma è così: parliamo del calcio professionistico, non di quello dilettantistico o di base. Lo sport è un pretesto. Parliamo di numeri impressionanti, di miliardi. E non di sostenibilità, condizione che ha a che fare più con la sopravvivenza che con il successo.Simone è un tecnico che la sostenibilità l’ha dovuta affrontare, soffrire, vincere e alla lunga l’ha pagata pesantemente».

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