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·23 de julho de 2025

Unicredit rinuncia all’ops su Banco BPM e attacca il governo

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Ancora un colpo di scena. La Consob congela di nuovo per altri 30 giorni l’ops di Unicredit su Banco BPM ma non basta. Andrea Orcel, con il consiglio di amministrazione, ha deciso di ritirare l’offerta perché la condizione relativa all’autorizzazione golden power non è stata soddisfatta.

In una manciata di ore è cambiata così la prospettiva di una delle operazioni più travagliate degli ultimi anni su cui non c’è all’orizzonte tantomeno l’ipotesi di un rilancio. «La mia responsabilità principale è di agire nel migliore interesse di Unicredit e dei nostri azionisti. La continua incertezza sull’applicazione delle prescrizioni del Golden Power non giova a nessuno dei due. Abbiamo quindi deciso di ritirare la nostra offerta», ha sottolineato Orcel che non ha mai nascosto la possibilità di fare un passo indietro se l’architrave su chi reggeva l’offerta fosse venuto meno.


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Il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di Golden Power, insistentemente invocata dai vertici di BPM, sottolineano dal gruppo di Piazza Gae Aulenti. Questo ha impedito a Unicredit «di dialogare» con gli azionisti di Piazza Meda nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito. Secondo Unicredit i vertici di BPM hanno dunque privato i propri azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per andare avanti.

A questo punto Unicredit (piatta a 58 euro a Piazza Affari) ha spiegato che pur accogliendo con favore i significativi progressi compiuti con il TAR, la Dg Comp dell’Unione europea e il governo italiano, i tempi per una risoluzione definitiva della questione golden power vanno ben oltre la scadenza dell’offerta e anche di quella della sospensione decisa dalla Consob. Da qui la decisione del ritiro.

Si tratta di un’opportunità mancata non solo per gli stakeholder di BPM, ma anche per le comunità imprenditoriali italiane e per l’economia in generale, evidenziano ancora da Unicredit che resta convinta come il consolidamento del settore bancario italiano porterebbe benefici sia al Paese sia all’Europa nel suo complesso. «La combinazione tra Unicredit e Banco BPM avrebbe apportato un enorme valore aggiunto per tutte le parti interessate. Il processo di offerta deviato e la continua incertezza hanno reso questa situazione insostenibile», rileva il presidente di Gae Aulenti, Pietro-Carlo Padoan.

L’obiettivo principale di Unicredit rimane l’esecuzione della sua strategia di trasformazione. Le fusioni e acquisizioni rimangono uno strumento da utilizzare solo se accelerano ulteriormente tale strategia e aumentano, come spesso affermato dalla banca, la creazione di valore. «La strategia di Unicredit è eccellente e la sua esecuzione è sempre stata il centro della nostra attenzione. I risultati lo testimoniano. Per questo continueremo a perseguire la nostra trasformazione con la stessa energia e determinazione che ci hanno aiutato a battere i record, a consolidare la posizione di leader nel settore e – cosa più importante – a operare come partner bancario affidabile per i nostri clienti e le loro comunità», ha aggiunto Orcel che si prepara ad alzare il velo sul secondo trimestre e quindi sul semestre.

Nessun commento da parte di Banco BPM (+1,23% in Borsa) mentre restano da monitorare le future mosse del Credit Agricole che, nel frattempo, potrebbe incassare dalla BCE il via libera a salire oltre il 20% di Piazza Meda. Sulla Banque Verte circolano diversi rumors che indicano i francesi pronti ad un passo in più.

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