Trezeguet a tutto tondo: «Anche gli interisti sanno che lo Scudetto 2006 lo abbiamo vinto sul campo. Del Piero, Agnelli e la Juve: ecco cosa vi dico» | OneFootball

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·31 de dezembro de 2024

Trezeguet a tutto tondo: «Anche gli interisti sanno che lo Scudetto 2006 lo abbiamo vinto sul campo. Del Piero, Agnelli e la Juve: ecco cosa vi dico»

Imagem do artigo:Trezeguet a tutto tondo: «Anche gli interisti sanno che lo Scudetto 2006 lo abbiamo vinto sul campo. Del Piero, Agnelli e la Juve: ecco cosa vi dico»

Trezeguet torna a parlare e svela tutto: ecco le dichiarazioni dell’ex attaccante bianconero tra passato e presente

David Trezeguet, storico ex attaccante della Juve, ha parlato così in un’intervista a Fanpage. Le dichiarazioni dell’ex numero 17 bianconero.

DEL PIERO – «Con Ale ho un rapporto molto forte, ho vissuto 10 anni giocando insieme a lui. Abbiamo vissuto momenti belli, ma anche delicati come Calciopoli, in cui si è creato questo legame d’amicizia forte. Anche se non ci sentiamo molto spesso abbiamo un rapporto stretto».


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RESTARE IN SERIE B – «È stato un momento molto confuso dopo il Mondiale del 2006. Non si riusciva a capire benissimo questa vicenda che era più burocratica che sportiva. Venivano da un campionato che avevamo vinto in maniera straordinaria con Capello, Vieira, Cannavaro, Ibra. Credo sia stata una scelta molto individuale quella di restare in B per alcuni di noi. In quel momento la società era aperta affinché ognuno considerasse il proprio futuro.

Ci siamo ritrovati a partire con una penalizzazione in Serie B da vincitori del precedente campionato di Serie A. La forza di ognuno di noi è stata quella che nessuno avesse pensato molto a cosa fare. Ci siamo subito adattati nonostante un campionato competitivo con squadre come Napoli, Genoa, Piacenza, Brescia. Deschamps ha gestito benissimo quel gruppo e il tifoso juventino – e non solo – ha avuto sempre un rispetto enorme verso di noi per essere rimasti in quella situazione. Non sono tanti i giocatori che farebbero questa scelta, che io poi in qualche modo ho anche replicato col River successivamente nel 2012».

SCUDETTO 2006 ESPOSTO DALL’INTER – «Lo sappiamo tutti, anche il pubblico interista: il campionato è stato vinto sul campo dalla Juve con una dimostrazione di forza superiore all’Inter. Le partite venivano giocate e quella Juve aveva una squadra mostruosa superiore anche alle varie Real, Barcellona e Bayern che quell’anno andavano forte. Questo Scudetto che mostra l’Inter oggi è un qualcosa di folcloristico. Credo che tanti giocatori dell’Inter sapessero che la Juventus fosse superiore e meritasse di vincere quel campionato. Tutto il resto è solo folclore».

AGNELLI – «Ho conosciuto diversi personaggi della famiglia Agnelli. Con Gianni mi sono ritrovato a prendermi il caffè a casa sua e in poche parole mi ha fatto capire subito il mondo Juve. Bisogna vincere sempre, anche per tradizione di una famiglia vincente come la loro. Questo la Juve me l’ha trasmesso subito, negli anni ho avuto la fortuna di conoscere tantissimi campioni e di aver giocato con tre Palloni d’Oro: Zidane, Nedved e Cannavaro. Mi sono ritrovato in uno spogliatoio di 25-30 giocatori internazionali: è così che capisci quanto il livello sia alto».

NUOVA JUVE – «Partiamo dal fatto che Juve storicamente ha sempre avuto questa idea che i conti si fanno alla fine. La verità, secondo le statistiche, è che la vera Juve non si sia ancora vista. In campionato deve migliorare, in Coppa Italia è passata e in Champions bisogna fare punti nelle ultime due partite. Degli infortuni, dei giocatori che si adattano, dei loro problemi personali, non gliene frega niente a nessuno. Alla Juve sei in una società che conta solo vincere, al pubblico juventino altro non interessa.

I nuovi magari non riescono a capire dove si trovano o cosa rappresenta la Juve a livello mondiale. Si perde tempo a giustificarsi tanto quando invece in bianconero l’unica maniera per dimostrare al pubblico qualcosa è vincere. L’attaccante deve fare gol, il resto al tifoso juventino non interessa. Questo va detto ai giocatori, alla società che ha avuto tanti cambiamenti importanti. Per fortuna dal punto di vista calcistico è tornato Chiellini, spero che abbia quello spazio importante nel club perché per il resto c’è tutta gente che non fa parte del calcio».

VLAHOVIC – «Alla Juve bisogna trasmettere la fame di vincere, il resto conta poco altrimenti ti mandano via. È quello che ho imparato io da Agnelli a Moggi, Giraudo e Bettega. La Juve aveva trovato di nuovo una continuità nelle vittorie e ora è in quella fase in cui il pubblico ti aspetta. Sei in una società in cui puoi parlare, ma devi vincere e se questo non l’hai capito devi cambiare squadra. Questo può fartelo capire uno come Chiellini, con tutto il rispetto gli altri sono imprenditori o altro. Se la palla non entra in rete e la situazione attuale non ti piace, devi andare in un altro posto. Chi è all’interno della Juve lo sa».

THIAGO MOTTA – «Io Thiago lo capisco, ha fatto bene, ma alla Juve il tifoso si aspetta la vittoria e basta, non vittorie con risultati eclatanti. Le partite contro le piccole in casa e fuori contano, tutto il resto di chi gioca con o senza voglia, non frega a nessuno. Quando vai a farti un giro a Torino alla gente non importa niente di te, loro vogliono solo e sempre vincere. L’aveva capito Conte: la Juve è la Juve, devi vincere punto e basta».

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