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·17 de fevereiro de 2025

Settore Primavera, Alberto De Rossi: «Troppo divario con le prime squadre, si deve parlare seriamente di seconde squadre»

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Le parole di Alberto De Rossi, ex allenatore della Roma primavera e responsabile del settore giovanile giallorosso, sulla Primavera e le seconde squadre

Per anni avversario in molti derby della Lazio Primavera, padre della bandiera della Roma, Alberto De Rossi ha parlato al Messaggero dei settori giovanili e della Primavera in Italia e delle difficoltà per i giovani calciatori di mettersi in mostra. Di seguito le sue parole.

PERCHÉ I GIOVANI ITALIANI FANNO FATICA A DIVENTARE CAMPIONI – «C’è sempre meno rapporto palla-ragazzo. Quando si andava per strada si giocava a calcio tante ore, adesso non è più così. Noi addetti ai lavori dovremo riproporlo. Poi, probabilmente, vedremo i risultati tra 10 anni».


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LA CULTURA DEL “TUTTO E SUBITO” INCIDE – «L’aspetto ludico è sempre un passo indietro rispetto al risultato. Questa è una mentalità che ci crea qualche problema. La mentalità italiana è di vincere la partita».

COME SI PUÒ CAMBIARE QUESTA MENTALITÀ – «Mettendo al vertice gente che ha fatto calcio per passione. Non burocrati».

PERCHÉ TANTI GIOCATORI BRILLANO NELLE GIOVANILI MA FALLISCONO IN SERIE A – «Perché il divario tra la Primavera e la Prima squadra è enorme».

COME SI PUÒ RIDURRE QUESTO DIVARIO – «Nei paesi stranieri i giovani giocano. In Italia no, perché i club pensano al risultato. Bisognerebbe parlare seriamente delle seconde squadre».

QUAL È IL RUOLO DELLE SECONDE SQUADRE – «Possono risolvere il problema perché darebbero la possibilità al calciatore di crescere. Non solo velocemente, ma anche bene. Se giochi Primavera contro Primavera, come evolvi? Un ragazzo a 20 anni e sei mesi viene consegnato al calcio e ha pochissima esperienza».

ALL’ESTERO I GIOVANI HANNO PIÙ OPPORTUNITÀ – «A 20 anni alcuni sono già dei campioni, come Yamal. Lui e tanti altri hanno avuto la possibilità di giocare, i nostri non ce l’hanno. Politano, ad esempio, è partito dalla Serie C, poi la B, la A bassa e la A alta. Il nostro processo inizia tardi».

PERCHÉ ALLORA È STATA ALLUNGATA DI UN ANNO LA PERMANENZA IN PRIMAVERA – «Chi lo ha deciso non crede nelle seconde squadre. Perché aumentando l’anno di età, hanno provato a fare una sorta di seconda squadra. Mentre tutto il mondo vuole accelerare l’inserimento dei ragazzi, l’Italia va in controtendenza».

QUANDO DOVREBBE TERMINARE LA PRIMAVERA – «A 17 anni e mezzo. Poi la seconda squadra. L’Under 18 fatta dalla Uefa non serve. Infatti, i club che hanno la seconda squadra non hanno l’Under 18 perché per loro è opzionale».

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