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·28 de janeiro de 2025

Serie A, Simonelli: «Decreto Crescita porta qualità. Diritti tv? Vogliamo aumentare i ricavi»

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Il lavoro che attende Ezio Maria Simonelli, neo eletto presidente della Lega Serie A, è molto e riguarda diversi aspetti del massimo campionato nazionale, con alcuni di essi che attanagliano il mondo del calcio da diversi anni ormai. Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Simonelli ha le idee abbastanza chiare su come affrontare la gran parte dei temi che gli si presenteranno nel corso del suo incarico per i prossimi quattro anni: unità, un dialogo aperto e costruttivo con la FIGC e un canale diretto con il governo per trattare i temi più rilevanti del settore.

«Ho trovato una Lega molto unita e coesa, desiderosa di essere considerata un interlocutore importante e affidabile da tutti gli stakeholder – ha commentato al quotidiano il presidente della Lega –. Abbiamo risolto nel giro di 20 giorni la composizione della nuova governance, segno dell’evidente volontà di tutti di iniziare un nuovo ciclo. Il resto lo faranno la credibilità e i comportamenti di ognuno. Discussioni per la mia elezione? Voglio essere garante nei confronti di tutte le squadre, rispettando in primis lo statuto della Lega».


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Simonelli continuerà sulla strada della valorizzazione dei settori giovanili, puntando a ottenere anche degli incentivi attraverso misure fiscali dedicate: «È fuori dubbio che per le società di calcio i vivai siano un investimento strategico e come tali andrebbero trattati. Una defiscalizzazione per incentivare il lavoro sui ragazzi sarebbe una misura più che sensata, con l’obiettivo di premiare le società che puntano sui giovani o nelle infrastrutture per i vivai. Società che così lavorano per loro ma anche per il futuro del calcio italiano e della Nazionale».

Un altro tema spinoso sulla scrivania di Simonelli sono gli stadi, la loro ristrutturazione o la possibilità di costruirne di nuovi: «L’esperienza insegna che in situazioni molto articolate, come ad esempio il ponte Morandi ricostruito in tempi record e senza intoppi, la presenza di un Commissario con pieni poteri può essere risolutiva. È una figura necessaria per snellire i nodi procedurali presenti nel nostro Paese e per non scontrarsi con gli interessi locali».

«È evidente che qualcosa non funziona – continua il numero uno della Serie A –. Mi piacerebbe poter fornire dei modelli standard a chi deve costruire uno stadio, ovviamente con varie declinazioni, e affidare alla Lega una sorta di regia unica che genererebbe un risparmio sui costi. Il nuovo San Siro? Da anni Inter e Milan chiedono di poter avviare il loro progetto. Il Milan ha anche un’alternativa (San Donato, ndr), ma ovunque dovesse ricadere la scelta sarebbe opportuno superare le difficoltà burocratiche».

Stadi uguale sicurezza, per garantirsi anche nel prossimo futuro un numero di spettatori che sta sempre più crescendo per la Serie A: «Pensiamo all’inserimento del riconoscimento facciale all’ingresso, utilissimo anche per snellire le lunghe procedure di entrata».

Poi le scommesse e le limitazioni del Decreto Dignità: «La legge può essere reintrodotta immediatamente ponendo fine a un divieto assurdo e controproducente. Per chi come me crede nella libertà di impresa, nell’ambito di un sistema equilibrato di regole, non è possibile non rilevare come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti le sponsorizzazioni siano assolutamente consentite. Credo sia una enorme opportunità mancata per il calcio italiano che, oltre a perdere grandi risorse, si trova in svantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi. In più mette sullo stesso piano gioco legale e illegale, non consentendo di distinguere tra i due e impedendo che si realizzino politiche di controllo e prevenzione efficaci. Percentuale sulle scommesse? È un altro degli obiettivi che il calcio italiano si pone e porrà sui tavoli preposti. Si pensi che in Italia nel 2023 sono stati raccolti 14,8 miliardi di euro dalle scommesse sul calcio: non sarebbe un’eresia chiedere una percentuale per chi genera oltre 370 milioni di euro annui di gettito erariale».

Tornando a questioni di governance, già sotto la presidenza Casini era tornato in auge il discorso sulla autonomia da parte della Lega Serie A nei confronti della FIGC: «Abbiamo ottenuto un consigliere in più e l’autonomia che ci consentirà di operare in accordo e nel rispetto dei rispettivi ruoli, senza strappi».

A proposito di decreti, un altro che tiene in ansia i club è quello relativo alla tassazione dei calciatori provenienti dall’estero, con i vantaggi fiscali che sono stati tolti dall’attuale governo guidato da Giorgia Meloni: «Prima di tutto va rivista la narrazione degli stranieri che bloccherebbero la crescita dei giocatori italiani. È innegabile l’alta qualità dei calciatori arrivati grazie al Decreto Crescita e come siano stati di stimolo per i nostri ragazzi. Inoltre, i numeri dimostrano che l’abolizione del Decreto non ha portato a una diminuzione del numero di calciatori stranieri arrivati in Italia, anzi: nella attuale stagione di A la percentuale degli stranieri utilizzati è salita al 67,2% rispetto al 63,9% della precedente. In realtà ha semplicemente inciso sulla qualità dei nuovi arrivi dall’estero, abbassandone il livello; dall’altra parte è stata ridotta la capacità dei nostri club di offrire stipendi adeguati ai fuoriclasse stranieri».

Infine, il presidente Simonelli conclude parlando di diritti televisivi e della Supercoppa italiana in Arabia Saudita: «Stiamo facendo grandi passi avanti per migliorare la qualità del prodotto e ingrandire la torta dei ricavi, evitando che una parte vada dispersa a causa della pirateria. Abbiamo una fan base a livello mondiale di 710 milioni. Vogliamo ampliarla grazie ai risultati sul campo e alle iniziative che possiamo attivare per coinvolgere gli appassionati».

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