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·27 de novembro de 2024

Serie A, la Legge Melandri sui diritti televisivi verrà riscritta

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«La Legge Melandri verrà riscritta perché sono passati troppi anni e il contesto generale è cambiato, il calcio italiano può fare un salto di qualità e può scoprire il suo valore nel mondo che oggi è molto sacrificato». Lo ha detto il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, durante lo “Sport Industry Talk” di RCS a Roma, parlando di un tema caro e delicato per la Serie A: quello dei diritti televisivi.

Parlando al massimo campionato italiano di calcio, il ministro ha aggiunto: «Dopo il “no” della Lega ai fondi non è stato fatto nulla. Ora bisogna saper correre, la Serie A l’ho invitata a essere coraggiosa e ad assumere una dimensione industriale. Bisogna avere intraprendenza ed essere locomotiva, non vagone, bisogna essere avanguardia e non retroguardia».


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La Legge Melandri disciplina la vendita e la distribuzione dei diritti televisivi della Serie A, compresa la mutualità per le leghe inferiori. Modificata diverse volte nel corso degli anni, la norma attualmente prevede che i diritti televisivi siano distribuiti come di seguito:

  • 50% in parti uguali tra tutti i club;
  • 28% in base ai risultati sportivi;
  • 22% in base al radicamento sociale (di cui almeno il 5% del 22% legato al minutaggio dei giovani)

Tornando ad Abodi, a chi gli ha chiesto se con la commissione indipendente per i club professionistici ci sia stata un’ingerenza politica nello sport ha replicato: «Qui siamo in una dimensione intrigante, se non te ne occupi ti dicono perché non lo fai, se te ne occupi allora sei troppo intraprendente. Bisogna trovare una via di mezzo. Sento il dovere di non sprecare il tempo. Tutto quello che ho fatto è stato per il bene dello sport e non per un intento di invadenza. E anche la commissione indipendente va in questa direzione».

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