Calcio e Finanza
·22 de fevereiro de 2025
Sarri: «Milan? Non rispondo. Ricevute proposte che non mi hanno fatto vacillare»
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·22 de fevereiro de 2025
Maurizio Sarri è senza una panchina dal marzo 2024 quando ha rassegnato le dimissioni al presidente della Lazio, Claudio Lotito. In questi mesi, ovviamente, non sono mancate le proposte che però non hanno convinto il tecnico toscano.
«Stare senza calcio? È difficile a causa di problemi personali: qualcuno si è risolto, altri no – racconta Sarri a l’edizione de Il Corriere della Sera –. Ho perso mia mamma e uno zio a cui ero legatissimo. Mia moglie è stata in terapia intensiva e anche io ho avuto un infortunio. Dopo la sofferenza ci siamo ripresi».
Ma, come detto, le offerte non sono mancate: «Ne è arrivata più di una e da continenti diversi, anche una ricchissima dall’Arabia Saudita. Nessuna proposta mi ha fatto scattare quel clic interiore per rimettermi in gioco. Cosa serve? Un grande progetto. Ho lavorato in squadre importanti negli ultimi 10 anni, ora spero di ricevere la chiamata giusta, così da far accendere la scintilla. Sennò sto fermo».
L’ultima proposta, secondo le indiscrezioni, è arrivata dal Milan post Fonseca, prima dell’ingaggio di Conceiçao: «Non rispondo, le dico solo che in generale ho ricevuto proposte formulate in maniera tale da non farmi vacillare. Dove mi piacerebbe allenare? Nel campionato italiano, che è casa mia e il torneo più adatto alle mie caratteristiche. Poi in Premier dove si respira un clima unico. Mi manca l’adrenalina. Poi il campo, la preparazione quotidiana della partita, il vissuto del gruppo. Mi piace tutto del calcio, tranne una cosa: il calciomercato. Sembra la soluzione per risolvere ogni problema. Non si parla mai invece di come sviluppare il talento».
Milan che sembra essere sempre vicino ma è un matrimonio che poi salta tutte le volte: «Come è andata veramente nel 2015? Dopo il colloquio Galliani mi disse che la trattativa stava andando a buon fine. Ma poi non lo sentii più: secondo me il Cavaliere trasalì quando lesse una mia intervista dove dissi che non avrei votato Renzi perché troppo a destra come Berlusconi».
«Ho guardato un po’ di partite. Mi ha sorpreso il Como di Fabregas. Mi intriga – ha ammesso Sarri –. Mi piacciono il progetto e la connessione che Cesc ha con la società. È stato un mio giocatore al Chelsea, un ragazzo molto intelligente. L’ho incontrato di recente e ci siamo scambiati impressioni sulla tattica, ha preso appunti. È umile. Sono arrivato al Chelsea a fine luglio, a settembre abbiamo ottenuto risultati straordinari. Mi hanno dato del lamentoso quando ho sollevato il problema dei calendari, ora tutti protestano: certamente con tante gare ravvicinate un gioco più rozzo si assimila prima».
Nella sua carriera, Sarri ha avuto a che fare con presidenti vulcanici come Lotito, e prima ancora Aurelio De Laurentiis: «Aurelio forse è una persona più complessa, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi fatto allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Lotito è diverso da come appare: gli voglio bene ma le discussioni sono state frequenti nell’ultimo periodo. Dopo un secondo posto e la vendita di Milinkovic Savic mi aspettavo rinforzi. Alla fine, avevo attaccato il mio malcontento alla squadra».
Ma non solo De Laurentiis e Lotito, visto che Sarri ha allenato, e vinto, con la Juventus: «Ho lavorato con Andrea Agnelli, il punto di riferimento di tutta la Juve. Poi mi sono relazionato con Roman Abramovich, meno algido e più ironico di quanto si pensi. Fra tutti il più simpatico è però Corsi dell’Empoli. Mi manca lavorare con i fondi. Più difficile? Non credo: il fondo punta a realizzare utili con un club. Ma per incrementare i ricavi servono risultati sportivi, quindi gli obiettivi coinciderebbero».
Sul calciatore più forte mai allenato, Sarri ha una risposta abbastanza sorprendente: «Sono legato a un ragazzo, sensibile e delicato, che avrebbe potuto avere una carriera strepitosa, Riccardo Saponara».
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