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·10 de maio de 2025

Santiago Gimenez Milan, arriva l’elogio del giornalista! Cambio decisivo, le parole sul messicano

Imagem do artigo:Santiago Gimenez Milan, arriva l’elogio del giornalista! Cambio decisivo, le parole sul messicano

Santiago Gimenez Milan, Alberto Polverosi, noto giornalista, ha elogiato l’attaccante messicano per l’impatto avuto ieri sera contro il Bologna

Dalle colonne del Corriere dello Sport, Alberto Polverosi ha commentato:

PAROLE – «Se a casa sua lo chiamano “cavalheiro reviravolta”, signor rimonta, una ragione c’è. Con Conceiçao è sempre la stessa storia, quando è sotto trova spesso il modo di ribaltare la partita. Con la vittoria di ieri, la quarta di fila (Fiorentina scavalcata), i punti conquistati in situazioni di svantaggio salgono a ventidue. Stavolta però il Bologna gli ha dato una mano, trasformando il suo pregio nel suo difetto. Uno a zero fino a un quarto d’ora dalla fine, bellissimo il gol di Orsolini, il Milan era scosso, non accennava alla reazione. Poi però sono arrivati i cambi di Conceiçao (Chukwueze, Walker e soprattutto Gimenez), cambi che prima di travolgere la partita dovevano far riflettere Italiano e i suoi giocatori. Quando è partita l’azione del pareggio del Milan, la difesa del Bologna era come al solito sulla linea di metà campo, Cambiaghi ha perso la palla e nella parte decisiva dell’azione c’erano tre rossoneri (Chukweze, Pulisic e il liberissimo Gimenez) e due rossoblù (De Silvestri e Lucumi). Dai, così non va bene. Qual è la ragione che spinge una squadra a lasciare una prateria mentre è in vantaggio, mentre la Champions è lì, a un passo, e manca solo un quarto d’ora alla fine? C’è tornato in mente il Barcellona di San Siro, con la sua dissennata volontà di attaccare anche a pochi minuti dalla fine e con la qualificazione in mano. Accade così quando il pregio (aggressività, recupero palla alto e immediato) diventa il difetto (spazi come praterie). In contropiede, tanto per restare in tema, è arrivato anche il 3-1 con la doppietta di Gimenez, ma quello si poteva capire, prima no.  Per oltre un’ora il Bologna aveva fatto meglio, giocando con personalità, appoggiandosi su un collettivo che sa sempre come e dove muoversi. Sembrava davvero che per il Milan contasse molto di più la partita di mercoledì all’Olimpico. Non ha rinunciato a giocare, ma lo ha fatto con circospezione, senza alzare il ritmo. In finale ci sarà comunque una differenza: il Bologna non sarà quello di San Siro, sei-sette titolari di ieri andranno in panchina a Roma, il Milan invece avrà meno possibilità di rotazione, anche se tornerà l’uomo che, quando non ha la luna storta, spacca le partite, ovvero Rafa Leao, ieri squalificato.  Anche senza esporsi, e senza esporre la migliore argenteria, un po’ di partita c’è stata pure nel primo tempo, anche qui con una differenza netta. Il Bologna col collettivo, il Milan con gli spunti individuali. Con personalità, il Bologna-bis ha spinto indietro i rossoneri, ma ogni tattica, ogni idea, ha la sua controindicazione e nel caso dei rossoblù è, come detto, lo spazio che, se salta un recupero palla, viene offerto all’avversario. La prima occasione di Pulisic è arrivata così, anche quella di Jimenez e pure il contropiede che Jovic ha mandato alle ortiche con l’ultimo passaggio sbagliato. Sfruttando gli stessi spazi immensi arriveranno anche il primo e il terzo gol del Milan. Sia il Bologna che il Milan hanno trovato difficoltà a coinvolgere i rispettivi centravanti. Di Dallinga non c’erano tracce fino al momento dell’assist per Orsolini, poche e poco profonde quelle di Jovic. Ma quando è entrato Gimenez è cambiata la musica. In venti minuti è sprofondata la difesa del Bologna. Per i rossoblù non è solo una sconfitta, ma anche un avvertimento per mercoledì. Difendere un gol di vantaggio non è un reato. I giocatori del Milan indossavano le maglie con i nomi delle loro mamme. E quando le mamme si mettono insieme ogni impresa è possibile».

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