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Milannews24

·01 de agosto de 2025

San Siro Milan, impianto in bilico: la vendita dello stadio ostacolata da un “vincolo” e dissenso politico

Imagem do artigo:San Siro Milan, impianto in bilico: la vendita dello stadio ostacolata da un “vincolo” e dissenso politico

San Siro Milan, il futuro dell’impianto resta in bilico: spunta il vincolo sull’eventuale vendita, Sala sempre più solo. I dettagli

La possibile vendita dello storico stadio di San Siro a Milan e Inter, con conseguente abbattimento del Meazza e costruzione di un nuovo impianto, si trova di fronte a un ostacolo inaspettato e a un crescente dissenso politico. Nonostante il Comune di Milano, guidato dal Sindaco Giuseppe Sala, abbia già avviato trattative e valutazioni per la cessione, una delibera comunale del 2000 definisce lo stadio come un bene pubblico non disponibile, complicando notevolmente l’operazione. A peggiorare la situazione, il Sindaco Sala sembra sempre più isolato nella sua intenzione di procedere con la vendita, scontrandosi non solo con l’opinione pubblica contraria ma anche con una maggioranza divisa.

Come riportato da La Verità, l’intera operazione si è scontrata con un intoppo giuridico di non poco conto: una delibera della Giunta comunale del 16 giugno 2000, che classifica San Siro come parte del patrimonio indisponibile del Comune. Questo significa che lo stadio è destinato “alla partecipazione della cittadinanza alle manifestazioni calcistiche più prestigiose” e, di conseguenza, può essere concesso in uso ma non venduto. La cessione sarebbe possibile solo se cessassero le sue funzioni sportive o se non fosse più garantita la sua funzione pubblica, condizioni che, ad oggi, non sono state deliberate. È stato l’ex vicesindaco migliorista Luigi Corbani a tirare fuori questo documento, ancora pienamente vigente, che mette in discussione la legittimità delle trattative già avviate dal Comune, che includono valutazioni di vendita e persino una stima di 52 milioni di euro per la demolizione.


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La questione non è solo giuridica ma anche profondamente politica. Per far passare la delibera di vendita in Consiglio comunale sono necessari 25 voti. Sebbene la maggioranza ne abbia formalmente 31, almeno sette consiglierihanno già espresso la loro contrarietà. Tra questi figurano nomi di spicco come Carlo MonguzziFrancesca Cucchiara e Tommaso Gorini dei Verdi, Rosario Pantaleo e Alessandro Giungi del Partito Democratico, Enrico Fedrighini del Gruppo Misto e Marco Fumagalli della lista Sala. Monguzzi ha definito la delibera “politicamente insostenibile”, sottolineando l’assurdità che una scelta urbanistica di tale portata possa dipendere dai voti dell’opposizione di centrodestra, mettendo in discussione la credibilità della maggioranza.

In questo contesto di forte incertezza, emergono anche strategie per cercare di superare l’impasse. Secondo quanto riportato, Giuseppe Bonomi, membro dello steering committee per il nuovo stadio e manager vicino alla Lega, e Alessandro Pasquarelli, anch’esso parte del comitato e molto vicino al Sindaco, starebbero cercando di convincere consiglieri di Lega e Forza Italiaa disertare la seduta di votazione. L’obiettivo di questa manovra sarebbe abbassare il quorum necessario per l’approvazione della delibera, permettendo così alla maggioranza di farla passare anche senza i voti dei suoi dissidenti interni.

Questa situazione mette in luce le difficoltà crescenti del Sindaco Sala nel portare avanti un progetto che, seppur ambizioso, si scontra con una realtà complessa fatta di vincoli legali, dissenso politico e malcontento pubblico. La questione San Siro si preannuncia come uno dei nodi cruciali per l’amministrazione milanese nei prossimi mesi. Nel frattempo, i tifosi di MilanInter attendono sviluppi, con il Milan che ha recentemente visto l’arrivo di Tare come nuovo Direttore Sportivo e di Allegri come nuovo allenatore, segnando un nuovo capitolo per la squadra rossonera in un periodo di incertezza sul futuro del suo stadio.

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