Calcio e Finanza
·08 de julho de 2025
Samp, servono 9 milioni entro luglio: rischio penalizzazione

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·08 de julho de 2025
Dopo aver conquistato una salvezza sorprendente, ma meritata, ai playout, il futuro prossimo della Sampdoria è tutt’altro che chiaro, e i tifosi blucerchiati iniziano a vivere uno stato di inquietudine quando l’inizio della stagione si avvicina sempre di più.
Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, il club ligure, salvato due anni fa in extremis da una nuova proprietà guidata dal presidente Matteo Manfredi, continua a camminare sul filo del rischio. L’impresa di risanamento avviata dopo i danni della precedente gestione di Massimo Ferrero si regge su equilibri fragili, tra un piano di ristrutturazione del debito in tribunale, tagli strutturali, scelte tecniche forzate e risultati altalenanti.
Un primo segnale di vita è arrivato ieri, quando il consiglio di amministrazione ha preso atto delle dimissioni del consigliere Maheta Molango, aprendo alla cooptazione di un nuovo membro. Nello stesso giorno è stata ufficializzata la sede del ritiro estivo: Ponte di Legno, dal 22 luglio al primo agosto. Una notizia che fa intravedere un minimo di pianificazione, anche se il contesto resta critico.
Sul piano sportivo, la situazione è tutt’altro che definita: manca ancora l’allenatore. Il direttore sportivo Andrea Mancini dispone di un budget ridottissimo — appena 100mila euro — e potrebbe affidarsi a una soluzione interna, come i collaboratori Lombardo e Gregucci, oppure puntare su un tecnico emergente come Donati. Intanto, la rosa va ricostruita, ma prima delle valutazioni tecniche contano quelle economiche.
La Samp punta a ridurre il monte ingaggi da 23 a 15 milioni di euro. Alcuni contratti in scadenza hanno già alleggerito la situazione, ma restano diversi nodi da sciogliere: ingaggi fuori mercato, in parte ereditati dalla Serie A, in parte sottoscritti in modo poco lungimirante. Il club dovrà ricorrere a nuovi incentivi all’esodo per liberarsene, ma farlo subito è difficile. Per ora, si apre alla cessione dei pezzi più onerosi: Ioannou, ad esempio, potrebbe andare all’Empoli, in cambio del prestito di due giovani classe 2004. Ma il difensore va prima pagato al Como, poiché legato a un obbligo di riscatto.
Ed è proprio il tema degli obblighi una delle urgenze principali. A causa delle restrizioni imposte dal piano di ristrutturazione, la Sampdoria ha operato nelle ultime due sessioni di mercato solo con prestiti corredati da obblighi o diritti di riscatto. Ora però quegli obblighi vanno onorati. Entro il 31 giugno, il club dovrà versare 8,7 milioni più bonus, altrimenti rischia la mancata acquisizione dei giocatori coinvolti e penalizzazioni in classifica.
Tra i casi più delicati c’è l’operazione con il Como: il club lombardo ha già pagato 6 milioni per Audero, ma attende ancora 4,4 milioni per Bellemo, Ghidotti e Ioannou. A Cosenza spettano invece 2,5 milioni per Tutino. Senza quei versamenti, la Samp rischia danni patrimoniali e sportivi.
Manfredi dovrà quindi trovare risorse in tempi rapidissimi — forse con il supporto del solito investitore asiatico, Joseph Tey — per rispettare queste scadenze e garantire la continuità aziendale. Anche perché il piano di ristrutturazione presentato al tribunale si basava sul ritorno in Serie A, e i mancati ricavi da promozione devono ora essere compensati con capitali certi.
Alla luce di tutto questo, parlare di traguardi ambiziosi appare oggi fuori luogo. Se un anno fa puntare alla salvezza sembrava riduttivo, oggi è l’unico obiettivo realistico. Prima ancora di costruire una squadra competitiva, la Sampdoria deve garantirsi la sopravvivenza.