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·23 de junho de 2025

Pogba punta il dito contro la Juventus: “Non sono stati gentili con me”

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In una lunga intervista rilasciata al programma Sept à Hui, Paul Pogba ha parlato del suo passato, puntando il dito anche contro il suo ex club, la Juventus.

L’ex calciatore della Juventus, Paul Pogba, è stato ospite del programma Sept à Hui, dove ha raccontato alcuni traumi del suo recente passato che hanno indubbiamente condizionato la carriera di uno dei centrocampisti più talentuosi, dell’ultimo decennio. Il francese, durante questa lunga intervista, ha anche parlato della sua seconda esperienza a Torino, segnata dal caso doping, che ha visto l’ex numero 10 bianconero scontare una lunghissima squalifica.


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Juventus, il duro attacco di Pogba: “Non avevo diritto ad un preparatore”

Pogba ha esordito parlando del caso di estorsione subito: “Sono cose tristi. Hai delle persone nel tuo cuore, tra virgolette dei fratelli, perché è così che ci chiamiamo tutti quando cresciamo insieme nel quartiere. Questo è ciò che mi rattrista di più, perché non puoi immaginare questo”.

Il calciatore francese ha affrontato una terribile sofferenza: “C’erano delle armi, delle persone incappucciate. Non hai nemmeno il tempo di pensare, dici sì a tutto. Ho chiesto aiuto all’unica persona che poteva aiutarmi: Dio, Allah. Ecco, ho avuto la cosa di parlare… Morirai, ma non getterai i tuoi soldi così”. Suo fratello Mathias è stato condannato a tre anni di reclusione, uno dei quali in prigione:Abbiamo parlato tra noi, con la famiglia. Il legame del sangue è il legame del sangue. Solo il tempo ci darà delle risposte. È difficile, non è lo stesso di prima. Se mio padre fosse ancora qui, niente di tutto questo sarebbe successo”.

Sulla sua sospensione per doping, l’emozione è palpabile: “Mi dicono che il calcio si fermerà, che è finito il calcio. Quattro anni in un colpo come questo, senza che mi ascoltassero… Ho dovuto lasciare l’Italia. I miei figli erano a scuola vicino al centro di allenamento, passavo davanti ogni giorno. È stato troppo difficile”, ricorda Pogba, che punta il dito anche contro la Juventus che non gli ha più dato accesso a nulla dopo la sua sospensione: “Ero in guerra contro l’antidoping, non contro la Juventus. Non avevo diritto a questo (cure, un preparatore fisico, ndr). Non erano troppo gentili con me. Sentirlo, mi ha dato un colpo. Non ho capito perché”.

Ridotto a 18 mesi, questo incubo volge al termine e Pogba ora guarda avanti: “Sono mentalmente pronto, fisicamente pronto. È solo una questione di tempo”.

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