Calcionews24
·27 de novembro de 2024
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Pasquale Marino ha parlato in esclusiva a Internews24.com: di seguito un estratto delle sue parole
Inzaghi ha dimostrato in questi anni di saper padroneggiare alla perfezione il 3-5-2, riuscendo a trasformarlo in un modulo decisamente offensivo rispetto a quello che si pensava fino a pochi anni fa. Lo stesso ct dell’Argentina Scaloni ha sottolineato come i nerazzurri siano tra le squadre europee a proporre uno dei calci più offensivi. Che opinione si è fatto da osservatore ma soprattutto da allenatore, lei che per diversi anni ha adottato la difesa a 3 nelle sue squadre (con un 3-4-3 sul quale ha anche incentrato la sua tesi a Coverciano), per poi prediligere nella seconda metà della sua carriera il 4-3-3.«Di solito si cambia sistema di gioco in base anche all’organico che uno ha a disposizione, però credo che veramente l’Inter, il sistema del 3-5-2 che loro adottano è tale solo come sistema statico, ma poi per come si mettono in campo… Vediamo i centrali di destra o di sinistra, o come li chiamano con la terminologia moderna i “braccetti”, che vanno ad accompagnare sistematicamente l’azione e arrivano pure negli ultimi metri. Penso a Bastoni, ma anche Darmian… Hanno un’identità di gioco importante, i tre centrocampisti che spesso si scambiano le posizioni, si aprono, vanno all’interno. È una squadra appunto che gioca a memoria, i movimenti soprattutto nella fase di possesso a me sembrano oleati alla perfezione e anche quando perdono palla sono subito aggressivi, ripartono per riconquistarla. Sono aggressivi quando la squadra avversaria imposta dal basso, non li fanno ragionare, li costringono ad andare sistematicamente sul lungo. Insomma, per trovare dei difetti a questa squadra ce ne vuole…».
Lei in passato ha dichiarato di preferire un 4 a 4 ad uno 0 a 0: alla luce di quella che è dunque la sua visione del calcio, come commenta il pareggio ottenuto dalla Juve con l’Inter e quello totalmente opposto, ottenuto sempre dai bianconeri ma contro il Milan?«Parlo in generale, la gente va allo stadio perché il calcio dà sempre emozioni e l’emozione più grande è il gol. Da questo punto di vista credo che noi lavoriamo per lo spettacolo, la gente va allo stadio, paga e si vuole divertire. Il 4 a 4 ha dato tante emozioni, a prescindere che ci siano stati degli errori o meno, e lo preferisco sempre perché quantomeno c’è stato divertimento. Milan–Juve ad esempio è stata una partita molto bloccata ed emozioni ce ne sono state poche. Ad di là dei gol che non ce ne sono stati, non ho visto nemmeno tante occasioni da gol. Io preferisco sempre quel tipo di risultati, al netto che uno poi corregge gli errori, però se fai 4 gol significa che crei e hai una mentalità propositiva. Per il tipo di calcio che ho sempre cercato di fare è basilare».
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