Milan, Rabiot si propone: “Se Allegri mi chiama, lo ascolto. Motta mi voleva, Giuntoli meno” | OneFootball

Milan, Rabiot si propone: “Se Allegri mi chiama, lo ascolto. Motta mi voleva, Giuntoli meno” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: DirettaCalcioMercato

DirettaCalcioMercato

·02 de junho de 2025

Milan, Rabiot si propone: “Se Allegri mi chiama, lo ascolto. Motta mi voleva, Giuntoli meno”

Imagem do artigo:Milan, Rabiot si propone: “Se Allegri mi chiama, lo ascolto. Motta mi voleva, Giuntoli meno”

L’ex centrocampista della Juventus Adrien Rabiot ha aperto la porta a Massimilano Allegri, nuovo allenatore del Milan.

L’ex centrocampista della Juventus Adrien Rabiot, attualmente al Marsiglia di De Zerbi, intervistato dalla Gazzetta Dello Sport si è aperto su vari temi tra cui il suo addio ai bianconeri, il suo approdo a Marsiglia e l’arrivo di Allegri sulla panchina del Milan, al quale il calciatore ha strizzato l’occhio. Di seguito le parole del francese.


Vídeos OneFootball


Milan, le parole di Rabiot

Su un ricongiungimento con Allegri: “Con lui posso parlare di tutto e non solo di calcio. Lo apprezzo molto come persona. Ha una mentalità vincente. Ed è chiaro, se mi chiama io sarò sempre disponibile a parlarci. In realtà già ci parlo spesso. Giovanni Rossi, il consigliere di De Zerbi, lavora anche con lui e quando lo chiama mi dice: ‘Vieni che ti passo tuo papà'”.

Sull’approdo a Marsiglia: “Scegliere Marsiglia senza la Champions non era scontato. Adesso che ci siamo qualificati, sarebbe importante poterla giocare in quello stadio e in quell’ambiente. Quest’anno ho giocato ovunque, De Zerbi mi ha spostato a destra, a sinistra e alla fine da trequartista, ma sempre dandomi le giuste indicazioni. De Zerbi è un allenatore attento al dettaglio e mi ha aiutato a sentirmi sempre a mio agio”.

Sulla mancata permanenza alla Juventus: “C’era un interesse affinché si continuasse insieme. Anche Thiago Motta mi aveva chiamato, ma Giuntoli non ha fatto il necessario per convincermi. E non ho avuto la sensazione che volesse costruire qualcosa di importante. Vista la loro stagione caotica, forse ho avuto ragione. Già da qualche anno non erano stati fatti acquisti all’altezza della Juve e questo mi frustrava perché avevo l’impressione che in campo fossimo in pochi a fare il necessario. Non volevo continuare in quelle condizioni”.

Su Khepren Thuram: “Ha grande potenziale. Alla Juve si cresce lavorando con umiltà e lui ha tutto per imporsi. Ma serve pure alzargli il livello intorno.

Sulla Juventus: “Ho amato giocare lì, è stata una svolta in termini di mentalità e professionalità. Ho ricevuto tantissimo affetto da tutti e ne sono riconoscente. Per questo è stato difficile lasciare. Da Buffon e Chiellini, così come da Ibra al Psg, ho imparato a essere un leader”.

Saiba mais sobre o veículo