Marotta racconta: «Tra poco festeggio 50 anni di calciomercato, a volte ho preso grandi giocatori che non erano grandi uomini. E sul derby in Champions…» | OneFootball

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Inter News 24

·31 de janeiro de 2025

Marotta racconta: «Tra poco festeggio 50 anni di calciomercato, a volte ho preso grandi giocatori che non erano grandi uomini. E sul derby in Champions…»

Imagem do artigo:Marotta racconta: «Tra poco festeggio 50 anni di calciomercato, a volte ho preso grandi giocatori che non erano grandi uomini. E sul derby in Champions…»

Marotta racconta: «Tra poco festeggio 50 anni di calciomercato e…». Poi la riflessione del presidente dell’Inter sulla nuova Champions

Presente alla tavola rotonda organizzata dall’Adise, dal titolo “Calciomercato: un’opportunità per i club e per la Football Industry“, il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha parlato così dal palco dell’evento tenutosi all’hotel Sheraton a Milano.

IL NUOVO FORMAT DELLA CHAMPIONS – «Oggi viviamo un format nuovo, inedito e adrenalinico. Durante la partita avevamo un dirigente che seguiva le altre gare dalla tv: noi eravamo quarti e potevamo salire al terzo o al secondo, ma poi vedevamo come le altre squadre come l’Atalanta oscillavano tra le prime otto e in un momento era dentro e in un altro fuori».


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L’INTER POTREBBE ESSERE TUTELATA MAGGIORMENTE – «Siamo in una situazione a mio giudizio molto interessante e adrenalinica che in questo momento accetto, poi è chiaro che nel sorteggio dei playoff il calcio italiano rischia di vedere tre squadre che si incontrano tra di loro perché ci può essere il derby Milan-Juve e successivamente noi rischiamo di giocare con una delle vincenti. Questa roba qua forse potrebbe essere meglio tutelata per il nostro ranking, perché se no si abbassa. Però vedo che sono tutti interessati, quindi accettiamola».

100 MERCATI FATTI IN CARRIERA – «Festeggio tra poco i 50 anni di calciomercato, vuol dire 100 mercati fatti. All’inizio c’era ancora il vincolo sportivo: ricordo che, da giovane direttore sportivo di Serie B, ogni stagione dovevo rinnovare i contratti dei giocatori. Erano tesserati per le squadre: chi non firmava il contratto a inizio stagione, rimaneva comunque vincolato».

COSA DEVE FARE UN BUON MANAGER MODERNO? – «Il buon manager moderno deve adeguarsi all’innovazione, che impone di confrontarsi con il mondo digitale, con l’intelligenza artificiale, con gli algoritmi. Io parto da studi umanistici, mi ci devo adeguare. Possiamo guardare le statistiche, ma ci sono una serie di variabili e c’è l’aspetto umano. È una realtà che determina quello che poi è il buon esito dell’acquisto di un giocatore. Oggi voglio creare una task force che possa identificare il soggetto proprio in quest’ottica: capire se è presente sui social o meno, qual è il suo habitat naturale. Sono componenti determinanti: io mi adeguo e sono un fautore dell’intelligenza artificiale, stiamo lavorando per capire come possa essere utile al club. Spesso ci sono state forti delusioni, capitali investiti su soggetti che sembravano grandi calciatori ma non erano grandi uomini».

UN ESEMPIO POSITIVO? – «Penso al Varese, a Claudio Gentile. Nessuno scommetteva su di lui, ma è l’esempio del soldato che ha fatto strada, che ha imposto le sue qualità ed è diventato campione. Io talento va accompagnato dalle qualità calcistiche. Non faccio nomi, sennò qualcuno si incazza. Ma chi segue il calcio sa che in Italia, negli ultimi 20 anni, abbiamo visto talenti che non sono diventati campioni».

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