Marotta Inter, l’AD nerazzurro ora è anche ufficialmente un azionista del Club: la situazione | OneFootball

Marotta Inter, il presidente sportivo e AD dei meneghini diventa anche azionista! La spiegazione della sua decisione

È ufficiale: Giuseppe Marotta, amministratore delegato e presidente sportivo dell’Inter, è diventato anche azionista del club di Serie A, con una quota vicina al 2%. La notizia è stata commentata da Carlo Festa, giornalista de Il Sole 24 Ore, che ha spiegato le ragioni e le prospettive legate a questa partecipazione azionaria.

«È tipico dei grandi fondi di private equity americani condividere con i manager la creazione di valore», spiega Festa. La strategia, secondo il giornalista, è comune nel mondo del calcio moderno, dove figure dirigenziali di rilievo ricevono quote societarie come incentivo e riconoscimento del loro contributo gestionale e strategico.

La quota del 2% di Marotta, sottolinea Festa, potrebbe assumere un valore rilevante in futuro. «Quando l’Inter verrà ceduta dai fondi Oaktree, la partecipazione di Marotta potrebbe valere più di 20 milioni di euro», si legge su X, evidenziando come l’investimento sia sia simbolico che concretamente redditizio per l’AD nerazzurro.

La scelta di rendere Marotta azionista riflette anche la fiducia dei proprietari americani nella gestione del dirigente, che ha contribuito a guidare l’Inter verso importanti traguardi sportivi e finanziari negli ultimi anni. Non si tratta solo di una formalità: la partecipazione azionaria lega ulteriormente gli interessi del manager a quelli del club, creando incentivi per il futuro sviluppo del team.

Questa mossa si inserisce in un contesto più ampio di pratiche consolidate nel calcio internazionale, dove i grandi fondi privati premiano dirigenti e manager chiave con quote societarie, condividendo così il valore generato dalle operazioni di mercato, dai risultati sportivi e dalle prospettive di crescita.

Con questa operazione, Giuseppe Marotta non è solo il volto dirigenziale dell’Inter, ma anche azionista, rafforzando il suo legame con il club e confermando la fiducia reciproca tra management e proprietà americana.