Marotta: «Contenti di essere dentro tutte le competizioni, col Cagliari serve la stessa motivazione di Monaco. Sul rinnovo di Inzaghi, la seconda squadra e il mercato…» | OneFootball

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·10 de abril de 2025

Marotta: «Contenti di essere dentro tutte le competizioni, col Cagliari serve la stessa motivazione di Monaco. Sul rinnovo di Inzaghi, la seconda squadra e il mercato…»

Imagem do artigo:Marotta: «Contenti di essere dentro tutte le competizioni, col Cagliari serve la stessa motivazione di Monaco. Sul rinnovo di Inzaghi, la seconda squadra e il mercato…»

Il presidente e amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ha fatto il punto sulla stagione dei nerazzurri e sul rinnovo di Inzaghi

Salito sul palco durante l’evento de Il Foglio a San Siro, il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, ha parlato così.

PRIMA VOLTA DA PRESIDENTE QUI – «Grazie per l’invito, ormai è un grande appuntamento. Cambia in termini di responsabilità, nella gestione della quotidianità. E’ un ruolo apicale e come tale racchiude tante decisioni da prendere. E’ normale che io ho fatto la mia carriera da dirigente, prima da ds e poi da ad, fare il presidente rappresenta una sfida più per gli appuntamenti sportivi. Vincere da presidente è qualcosa che ti consacra in una carriera dove tutto è andato bene».


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IL PASSAGGIO DA UNA PROPRIETÀ CINESE AD UNA AMERICANA – «Ci sono dei concetti che vengono usati prima e oggi, la differenza è che prima avevamo una persona fisica come punto di riferimento come Zhang. Oggi abbiamo un fondo composto da professionisti, un team con cui lavoriamo molto bene. Essendo loro esperti in determinate aree, cerchiamo di conciliare con le nostre. La loro presenza è quotidiana, anche se silenziosa: ci dà sicurezza».

SE POSSIAMO PUNTARE AL POKER? – «Siamo contenti di essere al momento giusto dentro tutte le competizioni. Era questo l’obiettivo. Abbiamo vinto a Monaco ma non abbiamo vinto nulla, c’è il ritorno e la mia esperienza mi insegna che tutti i risultati possono essere stravolti. Abbiamo vinto meritatamente con la consapevolezza di voler vincere. Ora c’è il ritorno, loro sono sfavoriti, serve mentalità e motivazione giusta. Ma non si può dimenticare il Cagliari. E se non sei collegato cervello-gambe, rischi di non essere all’altezza del ruolo. E’ facile solo sulla carta, serve la stessa determinazione di Monaco di Baviera».

DIFFICILE ESSERE COSTANTI CON QUESTO CALENDARIO? – «In Italia non ci sono gare facile, anche le provinciali ti danno filo da torcere. Lo scontro diretto è importante, ma tutte le partite sono piene di difficoltà, soprattutto quelle ‘facili’. Noi dobbiamo convivere piacevolmente con ancora tre realtà – Coppa Italia Champions e campionato – che ci portano tensioni emotive rispetto al Napoli e alle squadre che sono in lotta per lo scudetto».

IL MONDIALE PER CLUB – «E’ la prima volta, quindi c’è l’orgoglio di rappresentare l’Italia. Siamo lì per il lavoro degli ultimi cinque anni , siamo lì con grande merito. E’ un’esperienza nuova che si incastra tra due stagioni, ci sarà l’inesperienza da parte di tutti nella gestione delle forze. In un contesto dove si rischia di esasperare la pressione agonistica delle partite. Ci sono rischi nella gestione. Le rose ristrette sono insufficienti per far fronte ai vari impegni, senza dimenticare le Nazionali. Il calendario va armonizzato meglio, per esempio sono assolutamente per ridurre il campionato a 18 squadre».

SERIE A CON 18 SQUADRE – «Sono assolutamente favorevole a portare la Serie A a 18 squadre. Magari squadre meno blasonate vogliono conservare il format delle 20. Se le grandi squadre vanno bene, anche il movimento va bene, questo dico a loro. Se le big fanno maggiori ricavi, possono investirli nel mercato domestico. E anche uno zoccolo duro di italiani. Per comprarli serve liquidità».

SULLA SECONDA SQUADRA – «La seconda squadra alla Juve è nata grazie a me, sono orgoglioso. Le rose devono essere ampliate e la seconda squadra può essere un serbatoio dove attingere. E’ indispensabile. Il divario tra prima squadra e Primavera è molto ampio. L’Inter farà la seconda squadra al 100% se ci sarà la possibilità di inserimento in Lega Pro. Serve che una rinunci. Giocheremo probabilmente a Monza e ci alleneremo a Interello».

MERCATO CON L’OBIETTIVO DI ABBASARE L’ETÀ MEDIA? – «Rispondiamo al concetto della sostenibilità, ci deve accompagnare sempre, diversamente dall’epoca dei presidenti mecenati che miravano prima all’obiettivo sportivo e poi a quello di bilancio. Ora ci sono parametri finanziari da rispettare. Non è vero che chi più spende, più vince. Vince chi ha più competenze».

DI NOI DICONO CHE VINCIAMO E CHE POI FALLIAMO? – «Su di noi ne dicono tante. Lo dico con ironia, è tutto frutto della cultura dell’invidia, succede a chi vince. L’Inter non ha mai rischiato il fallimento, abbiamo un bond che controlliamo benissimo, non abbiamo debiti verso fornitori, non abbiamo debiti verso le banche. Ci sono licenze rigide. L’Inter non ha mai avuto multe o diffide, paga il suo debito regolarmente. Luogo comune di confondere le difficoltà della proprietà con l’Inter».

SE IO HO BLOCCATO PARATICI AL MILAN? – «Altra leggenda tutta milanese. Ma come è possibile immaginare che io possa condizionare la proprietà o la dirigenza del Milan? Tutta gente con grande competenza. Cosa avrei fatto? Se Paratici va al Milan, sono solo contento. Mi darebbe ulteriori stimoli, sarei ancora più incazzato».

SUL RINNOVO DI INZAGHI – «Abbiamo preso Inzaghi al momento giusto. Quando è andato via Conte, Inzaghi stava firmando con la Lazio e per fortuna non aveva ancora firmato. Ha 49 anni, è ancora giovane. Ha dimostrato di avere tutte le competenze. Non è solo un bravo allenatore come tattica, è anche bravissimo nella gestione degli uomini. Ed è difficilissimo. Sicuramente lo metto in prima fascia tra tutti gli allenatori che ho avuto».

A FINE STAGIONE SAREI CONTENTO SE…? – «Non è vero che chi arriva secondo ha fallito. Va valutata tutta la stagione. Noi siamo dentro tutte le competizioni. Dal punto di vista economico, abbiamo avuto introiti molto importanti, nella logica del nostro business plan. Ma noi vogliamo puntare sempre più in alto. Non vogliamo essere comparse. Vogliamo credere di poter vincere la Champions, vogliamo credere di poter vincere lo scudetto, vogliamo credere di poter vincere la Coppa Italia, se altri ci batteranno diremo bravi».

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