Calcio e Finanza
·19 de dezembro de 2024
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Sir Jim Ratcliffe sale al 28,94% del capitale sociale del Manchester United dopo aver concluso il versamento di 238 milioni di sterline (al cambio attuale 288 milioni di euro) che sarà interamente destinato alla ristrutturazione e all’ammodernamento delle infrastrutture a disposizione della società inglese, che non dovrebbero però interessare l’iconico stadio Old Trafford.
Nella giornata di mercoledì, come si legge dal comunicato finanziario apparso sul sito dello United, Ratcliffe ha versato l’ultima tranche da 95,6 milioni di euro come pattuito al momento dell’acquisto del 25% del club lo scorso anno dalla famiglia Glazer. E, come stabilito allora, queste nuove risorse non saranno utilizzate per il rafforzamento della squadra.
L’accordo primario è stato ratificato a febbraio e la Securities and Exchange Commission (SEC) ha confermato che l’ultimo versamento è stato effettuato mercoledì. In cambio di questo investimento, Ratcliffe ha ricevuto ulteriori azioni, portando la sua partecipazione dal 27,7% al 28,94%. La documentazione depositata presso la SEC ha anche confermato che tutte le azioni di Ratcliffe nel Manchester United saranno trasferite a Ineos dalla società Trawlers Ltd, che aveva acquistato la partecipazione dalla famiglia Glazer.
La gestione delle operazioni del Manchester United da parte di INEOS ha portato a cambiamenti significativi e a riduzioni dei costi: circa 250 membri dello staff — circa un quinto della forza lavoro — hanno lasciato il club, e Sir Alex Ferguson è stato sollevato dal suo ruolo di ambasciatore. Inoltre, dalla sua entrata in società, i biglietti per l’Old Trafford hanno subito un aumento dei prezzi, scatenando le proteste dei tifosi.
In un’intervista rilasciata all’inizio di dicembre allo United We Stand, Ratcliffe ha dichiarato di dover «ottimizzare ogni singola sterlina per portare il Manchester United dove vogliamo che sia… è un po’ come il Paese, dobbiamo prendere decisioni difficili e impopolari. Se si evita di affrontare le decisioni difficili, non cambierà nulla. Non faremo tutto alla perfezione e non accadrà dall’oggi al domani, ma non siamo rimasti con le mani in mano per nove mesi. Ci sono stati molti cambiamenti».