Mamelodi Borussia Dortmund: le tre cose che non hai notato della partita | OneFootball

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·21 de junho de 2025

Mamelodi Borussia Dortmund: le tre cose che non hai notato della partita

Imagem do artigo:Mamelodi Borussia Dortmund: le tre cose che non hai notato della partita

Ecco le tre curiosità sulla sfida delle ore 18.00, Mamelodi Borussia Dortmund: match valido per il ritorno la seconda giornata del Mondiale per Club

Mamelodi-Borussia Dortmund è stato un incontro ricco di gol. Ma non è stato solo il 4-3 a favore dei tedeschi a rendere vivace e più che godibile la gara, Ci sono stati alcuni episodi e situazioni che vanno ricordate per inquadrare perfettamente una sfida che rilancia le ambizioni di qualificazione di Kovac e che porta all’applauso per gli sconfitti, una squadra estremamente divertente per la sua proposta di gioco offensivo.

1. Il telecronista vede Mosè in campo

Al minuto 10, Lucas Ribeiro del Mamelodi decide di fare tutto da solo: prende palla, punta la porta e non lo vede più nessuno. Un’azione travolgente, fantastica. Talmente epica che il telecronista di DAZN, in preda a un raptus di esaltazione mistica, paragona la difesa del Borussia che si apre al suo passaggio a «Mosè che apre le acque del Mar Rosso». Ora, con tutto il rispetto per il gran gol, forse il paragone è un filino esagerato. Ma ci ha regalato un momento di poesia calcistica che non dimenticheremo.


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2. Priorità della vita: il selfie

Minuto 17. La partita è tesa, il risultato è sull’1-1. Kobel, portiere del Dortmund, rinvia un pallone che finisce dritto sugli spalti. Un ragazzo tra il pubblico lo afferra al volo. La sua prima reazione? Non è esultare, non è guardarsi intorno incredulo. No. La sua priorità assoluta è una sola: tirare fuori il telefono e prepararsi all’istante per un selfie con il pallone. Il calcio nell’era dei social riassunto in un gesto fulmineo. Idolo assoluto.

3. Un fair play da applausi

Tra entrate decise, pressing asfissianti e gol a raffica, la partita è stata combattuta. Eppure, c’è stato un filo conduttore di grande correttezza. Spesso, quando un giocatore restava a terra, era l’avversario più vicino a sincerarsi delle sue condizioni o ad aiutarlo a rialzarsi, ancor prima dell’arrivo dei soccorsi o del compagno di squadra. Un bellissimo clima di rispetto reciproco che, in un calcio sempre più teso, è una delle cose più belle da raccontare. Chapeau.

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