Pagine Romaniste
·13 de abril de 2025
Lazio, Roma e il derby che nessuno può perdere

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Corriere della Sera (M. Cherubini) – Un derby che prende allo stomaco. Un duello Capitale. Del resto, le grandi paure nascono dall’attesa. Quella della Lazio che lo gioca in casa e non può sbagliarlo. Quella della Roma, con l’ultimo derby di Claudio Ranieri in panchina (stavolta pare proprio cosi), che si affida all’esperienza del tecnico per mandare in estasi il suo popolo. Cinque successi su cinque dal 2009 per il “Sor Claudio”. Col sesto sarebbe sorpasso sulla Lazio e apoteosi per la Lupa che a gennaio era 15 punti più giù. Fu nella notte della Befana: biancocelesti inarrestabili, giallorossi in gramaglie. Vinse come al solito Ranieri (Pellegrini titolare a sorpresa la mossa vincente), inaugurando la flessione laziale in campionato. Oggi i ruoli sono opposti. La Roma, sette vittorie e un pareggio negli ultimi 40 giorni di campionato, sogna l’Europa chic, dopo essersi preoccupata addirittura della retrocessione.
La Lazio, umiliata a Bodo in Europa League, si gioca la stagione in quattro giorni. Tra stasera e il ritorno coi norvegesi giovedì (obbligatorio vincere con tre gol di scarto) siamo al redde rationem. Baroni lo sa e alla vigilia invoca l’aiuto dei tifosi – Olimpico tutto esaurito, 40 mila laziali, 20 mila romanisti – ricordando che il verbo di questa sfida è “sentire”. Un modo filosofico per chiedere alla sua ciurma una reazione dopo la figuraccia in Norvegia. Le voci si rincorrono: senza due grandi partite (meglio se vincenti, soprattutto giovedì), il destino di Baroni sulla panchina della Lazio potrebbe terminare bruscamente. Per non sbagliare, il tecnico toscano (che ricorda :”Mai visto un derby dopo le coppe europee”), si affida al ritorno in mediana di Rovella e Guendouzi — gli unici a non aver mai deluso in tutta la stagione — sfoderando dal primo minuto il convalescente Castellanos, il centravanti che sa trasformare il reparto offensivo biancoceleste. Altro clima oltre Tevere.
Ranieri fa il sornione, consumato dal futuro prossimo della panchina giallorossa, il grande quiz del popolo romanista. Lui sa (forse) la verità, ma come tutti a Trigoria tace. Intanto, però, il casting per la sua eredità non ha mietuto distrazioni. Anzi. “Da 15 gare sono la squadra più in forma del campionato”, ammonisce Baroni, ricordando il cammino parziale migliore perfino dell’Inter. Svilar guardiano supremo, la solida difesa a tre, Saelemaekers e Angeliño esterni e il dubbio Pellegrini (come all’andata) o El Shaarawy. Quindi, in avanti, l’ondivago Dovbyk, con Shomurodov pimpante alternativa: Ranieri se la gioca così. Ma le strategie della vigilia lasciano spazio a un’ora e mezzo misteriosa. Dove chi è favorito spesso si smarrisce e perde. E dove un episodio, un dettaglio, può esaltare. O mandare in tilt. Non ci deve finire, in tilt, l’ordine pubblico, però. Come all’andata si gioca alle 20 e 45 e 2000 agenti, 800 steward con le strade intorno all’Olimpico chiuse dalle 16.30, dovranno impedire gli incidenti (per fortuna non gravi) del 5 gennaio. Questo e tanto altro è il derby a Roma. E le chiacchere, specie stasera, staranno a zero.