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·18 de abril de 2025

Lautaro Martinez si evolve: un limite ‘storico’ è ora parte attiva del gioco

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Lautaro Martinez è sempre più capitano, cuore e anima dell’Inter semifinalista della Champions League 2024/25. E la sua evoluzione nelle ultime stagioni non si palesa solo nei numeri, ma anche in aspetti meno tangibili. Come la trasformazione di un suo limite “storico” in una componente fondamentale del suo gioco.

MAI A QUESTO LIVELLO – Le foto dell’esultanza di Lautaro Martinez al gol dell’1-1 in Inter-Bayern Monaco sono già entrate nella memoria collettiva dei tifosi nerazzurri (e non solo). Un’esultanza perentoria, direttamente davanti ai volti degli oltre 75mila presenti l’altra sera a San Siro. Quasi a ricordare che l’Inter di Simone Inzaghi può piegarsi, ma non è certo sufficiente il colpo da biliardo di Harry Kane per spezzarla. E sembra esserci quasi un segno divino nel fatto che a segnare il pareggio sia proprio Lautaro Martinez, già autore del vantaggio all’andata. Lui che veniva accusato di segnare tantissimo ma mai nelle partite che contano davvero. Come se una prestazione sublime in tutte le fasi di gioco come quella di mercoledì avesse per forza bisogno della firma sul tabellino per trovare un riconoscimento ufficiale. Quella in Inter-Bayern Monaco (2-2) è probabilmente la miglior partita di Lautaro Martinez finora con la maglia nerazzurra. E c’è un aspetto che più di tutti racconta il perché.


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Lautaro Martinez capitano di nome e di fatto

PROBLEMA ATAVICO – Nelle prime delle sette stagioni del Toro con la maglia dell’Inter c’era una costante. Oltre ai gol (9 la prima stagione da riserva, 21 quella successiva da titolare). Ed era il nervosismo. Lautaro Martinez ha dimostrato da subito di avere un notevole bagaglio di carisma e personalità. Ma, se non trovava il gol nei primi 20-30 minuti della partita, il nervosismo prendeva il sopravvento, col numero 10 che finiva per intestardirsi in una prestazione contro se stesso, per arrivare a tutti i costi al gol. Un esempio di troppo agonismo, del quale Lautaro Martinez era pienamente consapevole, senza riuscire però a limitarlo del tutto. Ma sul quale ha fatto un lavoro di introspezione importante, che l’altra sera a San Siro ha trovato piena realizzazione.

EVOLUZIONE VERTICALE – Perché adesso Lautaro Martinez sembra aver capito come prendere quel carisma sovraccarico e trasformarlo in una componente attiva del suo gioco. Sfruttandolo per svolgere un lavoro quasi da mediano in fase di non possesso e riaggressione, come si è visto nella doppia sfida contro il Bayern Monaco. Nella sua mente ora non c’è più solo il gol, ma c’è il successo di tutta la squadra. Una consapevolezza che Lautaro Martinez ha acquisito in modo crescente negli anni, con una notevole accelerazione dal momento in cui la fascia di capitano dell’Inter si è stretta al suo braccio. E ora il numero 10 è a tutti gli effetti il leader tecnico e caratteriale di questa squadra, dove il bene comune viene davanti a qualsiasi obiettivo personale. In secondo piano persino ai 150 gol messi a segno dal Toro.

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