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·05 de maio de 2025
Juventus Women, Alisha Lehmann: «Trucco e unghie lunghe? Tanto non batto le rimesse. La gente a volte è cattiva, io sono felice»

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·05 de maio de 2025
Sono stati molti i temi toccati da Alisha Lehmann, attaccante della Juventus Women, nell’intervista ai microfoni di “Small Talk“, format prodotto dallo Juventus Creator Lab. Ecco i passaggi salienti della svizzera, icona del calcio femminile mondiale.
ORIGINI – «Tagertschi (frazione del comune svizzero di Münsingen, ndr) è a 15 minuti da Berna: se abiti lì non ci sono vicini, sono tutte case singole e abbastanza isolate. È molto bello, quando andavo a scuola da bambina eravamo al massimo tre bambini per classe, è pazzesco. È molto diverso da qualsiasi città. Se mi hanno fatto una statua al mio paese? Buona idea, potresti dirglielo (ride, ndr). L’educazione in Svizzera è molto severa, lì siamo tutti molto concentrati sul lavoro. La gente di altri paesi è più rilassata, noi invece pensiamo di dover lavorare, comprare casa, avere una famiglia. Questo mi ha aiutato molto: sono cresciuta così e ho imparato cosa significa la disciplina. Ho conosciuto anche la cultura inglese, e mi è piaciuta: è così diversa dalla nostra! In Inghilterra sono tutti tranquilli: escono molto, si divertono, magari lavorano un pochino meno… Si, direi che è così. In Svizzera si svegliano alle 6 del mattino e lavorano fino alle 6 della sera, andando a letto alle 9 o alle 10. Ora sono qui e sto benissimo. Cosa facevano i miei? Mia mamma è una dentista, non ho passato molto tempo con mio padre, lo vedevo solo a volte. Mia mamma lavorava molto, noi eravamo quattro figli. Da 15-20 anni mia madre si è risposata, e il mio patrigno è come un padre per me, lui fa l’architetto».
IL CALCIO – «Quando ho capito che ero brava a giocare a calcio? All’inizio giocavamo a scuola, durante la ricreazione coi ragazzi. Credo che essendo cresciuta coi miei cugini e mio fratello volessi fare le stesse cose. All’età di sei o sette anni sono entrata in un club. Ci allenavamo due volte a settimana e mi piaceva tantissimo. In seguito, mio cugino ha smesso, ma io ho continuato: dopo sono arrivate altre due ragazze, che sono diventate le mie migliori amiche. Dopo è stato bellissimo, non ero più l’unica ragazza. Da bambina ero molto veloce, più dei ragazzi. Ho iniziato nel mio paesino e volevo giocare sempre, il momento in cui tutto è cambiato è quando sono arrivata allo Young Boys: avevo 11 o 12 anni e frequentavo il collegio sportivo. Durante quel periodo al mattino ci allenavamo coi ragazzi, e nel fine settimana giocavamo con le ragazze»
IL SOGNO DIVENTA REALTA’ – «Mi divertivo, ma non pensavo di poter diventare una vera calciatrice. Il calcio femminile non era come oggi, e pensavo che in Svizzera avrei guadagnato di più con un lavoro normale che non da calciatrice. Non ho mai pensato che ce l’avrei fatta, ho vissuto la mia vita. Vivo molto nel presente, sono sempre stata così: davo tutto in quel momento sperando che poi mi sarebbe servito in futuro. Ogni giorno ho sempre dato il massimo, anche quando ero stanca. Da ragazze giocavamo la domenica e il lunedì ci allenavamo in campo, duramente. Andavo anche a scuola e tutto il resto. Poi a 17-18 anni ho ricevuto la mia prima convocazione della nazionale maggiore svizzera. Siamo andate in Giappone, era la mia prima volta con la nazionale A, e lì ho capito che volevo diventare una vera calciatrice: era un sogno».
CAMBIAMENTO CALCIO FEMMINILE – «Se mi sento parte del cambiamento nel mondo del calcio verso il femminile? Quando ero più giovane c’erano tre o quattro giocatrici a cui potersi ispirare, ora sono tantissime le calciatrici fantastiche. Quando le ragazzine ti dicono che sei il loro idolo si prova qualcosa di speciale: non avrei mai pensato di poter essere un idolo per loro. Stiamo assistendo a qualcosa di incredibile, anche grazie all’ultimo Europeo in Inghilterra e al Mondiale in Australia e Nuova Zelanda. Quest’estate l’Europeo si giocherà in Svizzera, nel mio Paese: sono molto eccitata. Ci stiamo arrivando, in alcuni Paesi le cose devono ancora cambiare: l’Italia ad esempio, se paragonata all’Inghilterra, è indietro di alcuni anni, ma stiamo andando nella giusta direzione. Qui alla Juventus abbiamo una squadra molto forte, è la squadra migliore in cui abbia mai giocato. Abbiamo giocatrici fortissime, che meritano più rispetto. Alcune di loro hanno qualche anno in più e non hanno vissuto il calcio come lo viviamo oggi. Viviamo un ottimo presente, ma 10 anni fa… Sono state loro ad aprire a noi la strada. Meritano di più nei loro ultimi anni di carriera e spero che venga loro riconosciuto».
MUSICA – «Se ascolto musica? Si, tantissima: ad esempio l’hip-hop, ora sento molto musica spagnola, la adoro. Balliamo la bachata. Cambiamo spesso, poi ognuno ha i propri gusti. Chi sceglie la musica nello spogliatoio? Ognuna di noi in allenamento può connettere il proprio telefono, ma prima delle partite è Cristiana Girelli. Ascoltiamo la canzone di Karol G, è bellissima e la balliamo sempre nello spogliatoio. Se dovessi mettere io una canzone? Mi piace il rap, la mia rapper preferita è Cardi B: la adoro fin da quando avevo 16 anni, ed è incredibile il fatto che mi segua anche su Instagram. Qual è la persona più famosa che mi segue tolta Cardi B? Direi Drake, ma quando Cardi ha iniziato a seguirmi sono impazzita».
CRITICHE – «Sono una ragazza, sono femminile e mi piacciono le unghie. Non sono un terzino, non devo fare le rimesse. La gente parla troppo di cose del genere, non influenzano in alcun modo cosa succede sul campo. Mi criticano sempre per queste cose. Non mi interessa cosa scrivono. Se me lo dicesse mia madre allora… Se faccio qualcosa e lei mi dice che non va bene, allora non lo faccio. Ma se lei non mi dice nulla, allora va bene. Alla gente non piace che giochi truccata, ma dov’è il problema? Non faccio male a nessuno. Che problema c’è? Sono una ragazza, potrei giocare senza trucco, ma a me piace averlo. E se qualcuno si arrabbia, mi fa quasi piacere. Mi metto di proposito più rossetto solo perché alla gente magari non piace, lo faccio per loro. Dov’è il problema? Non faccio niente di male, a me piace, non capisco perché le persone siano così cattive».
FOLLOWERS – «Non l’ho mai verificato esattamente, ma sono tantissimi. È pazzesco, oggi l’inglese è la lingua principale e uso quella. Su tante cose vorrei dire qualcosa ma preferisco di no. Alla fine sono una calciatrice e il focus è sul calcio e i social media non devono essere un problema. Molte persone sono d’accordo con te, altre no. È un po’ stressante e non mi voglio distrarre. Ci vogliono gli attributi! (ride, ndr) Da giovane pensavo fosse molto bello, e anche adesso ne sono felice. Comunque uso poco il mio telefono e le persone mi chiedono spesso “quanto tempo passi al telefono?”. In realtà quasi mai! Se andiamo a mangiare non lo controllo mai, nemmeno quando sono con la mia famiglia. Ho una social media manager che mi consiglia a che ora postare, come e quando ma lo faccio io. Di solito nel pomeriggio dormo sempre e a volte dimentico di fare le cose. Dopo l’allenamento sono stanca, e dopo pranzo mi si chiudono gli occhi e ho bisogno di un pisolino ma delle volte mi sveglio dopo quattro ore (ride, ndr)».
JUVENTUS – «Quando sono arrivata ero molto nervosa, c’era tanta gente. Incontrare le nuove compagne mi aveva reso nervosa. Poi ricordo che la prima volta che ho indossato la maglia prima di giocare un’amichevole ed ero senza fiato: stava accadendo davvero! Pazzesco, la Juventus è un club enorme ed è un grande privilegio poterci giocare. Si avverte l’orgoglio del club e delle giocatrici, è fantastico. Se avevo una calciatrice preferita quando guardato la Juve in tv? Si, Cristiana Girelli. Per me è la migliore attaccante che ho mai visto. La vedo tutti i giorni in allenamento, in partita, e da lei posso imparare tantissimo. È davvero una giocatrice fantastica. E poi è simpaticissima: è troppo divertente, scherza sempre, è sempre allegra e ci fa ridere tutte. In che lingua? Tutte noi parliamo un po’ di inglese. Se per me è difficile imparare l’italiano? Alcune parole sono simili al francese e al portoghese»
COMPAGNE DI SQUADRA – «Per me è importantissimo, le amo tanto. Potrei passare ogni giorno con una diversa di loro, le amo tutte. Non giudico nessuno, accetto chiunque nel modo in cui è. Per me va bene, finché nessuno mi ferisce o mi fa qualcosa. La nostra è una squadra fantastica. Insieme ridiamo molto e siamo davvero un gruppo molto simpatico. Le ragazze sono tutte simpatiche e amo ridere. Ogni giorno, anche se non sei al massimo, gli scherzi che facciamo ci fanno sentire bene. Sto bene, mi sto allenando bene. Sempre entusiasta? Sono cresciuta così fin da piccola, sono sempre stata felice e adesso mi sveglio sempre con il sorriso. Magari non la prima ora (ride, ndr) ma quando vado all’allenamento cerco di tenere tutti allegri: sono una persona positiva».
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