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·11 de julho de 2025
Juventus, parla l’ex Matuidi: “Kolo Muani? Deve restare. Comolli è l’uomo giusto”

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·11 de julho de 2025
In una lunga intervista concessa a Tuttosport, l’ex centrocampista della Juventus Blaise Matuidi, ha parlato della situazione attuale del club bianconero, facendo anche qualche riferimento al proprio passato.
“Mi fa molto piacere vedere così tanti francesi in rosa”, racconta Matuidi, ex centrocampista della Juventus dal 2017 al 2020. “Ma in realtà è una tradizione: alla Juve c’è sempre stata una piccola colonia francese. Li ho incontrati al Mondiale per Club e tutti mi sono sembrati entusiasti di far parte di questo club”.
Tra questi, spicca Khéphren Thuram, autore di almeno quattro reti alla sua stagione d’esordio.
“È diventato una pedina fondamentale e ha confermato che la Juve ha fatto bene a puntare su di lui. Ma è ancora giovane e deve continuare a lavorare: è nel contesto ideale per crescere”.
E su Kolo Muani, l’ex centrocampista non ha dubbi:
“Io resterei se fossi in lui. Alla Juve hai la possibilità di migliorarti ogni giorno. Spero che venga riscattato, anche perché con l’arrivo di Jonathan David potrebbe formare una coppia perfetta. Sono due profili complementari”.
Impossibile poi non parlare di Kenan Yildiz:
“Un talento pazzesco. Mi aveva colpito già in TV, ma dal vivo al Mondiale mi ha impressionato ancora di più. È il simbolo di una squadra giovane a cui va dato tempo. Capisco la pressione di vincere subito, ma la strada intrapresa è quella giusta: molti di questi ragazzi diventeranno campioni”.
Un gruppo giovane, ma che secondo Matuidi potrebbe trarre giovamento da qualche figura esperta come quella di Xhaka. “Non so cosa abbia in mente il club, ma il suo arrivo sarebbe positivo. Ha grande esperienza internazionale: potrebbe dare una mano importante”.
Quanto agli obiettivi stagionali, Matuidi non esclude nulla:
“La rosa ha qualità. Con i giusti innesti, si può puntare anche allo scudetto”.
Della sua vecchia Juve sono rimasti in pochi: Pinsoglio, Rugani e Perin. E saluta con rispetto l’addio di Danilo:
“Non so cosa sia successo, ma è una scelta da rispettare. Ha dato tanto. Forse era semplicemente il momento di iniziare un nuovo ciclo”.
Infine, parole importanti anche per Damien Comolli, nuovo dirigente bianconero:
“L’ho conosciuto al Saint-Étienne. Vive di calcio, ha esperienza e visione. Sono convinto che potrà fare molto bene alla Juventus. È l’uomo giusto per questa nuova fase”.
“La prima immagine che mi viene in mente? Il giorno dell’arrivo alla sede bianconera. Capì immediatamente di trovarmi in un contesto fuori dal comune: la Juve è un’istituzione immensa, con una struttura e un’ambizione incredibili. Avevo lasciato il PSG, ma per me era la prima esperienza fuori dalla Francia”.
A volerlo fortemente fu Massimiliano Allegri:
“Con lui ho ancora oggi un rapporto speciale: ci siamo scritti proprio l’altro giorno. È un grande allenatore, ma soprattutto una splendida persona. Sapeva come gestire uno spogliatoio di campioni. Con me aveva un approccio quasi paterno, ed è anche grazie a lui se mi sono ambientato così rapidamente”.
Poi l’arrivo di Maurizio Sarri, con cui la Juventus vinse comunque lo Scudetto, pur tra qualche difficoltà:
“Aveva uno stile diverso, molto esigente dal punto di vista tattico. Non è stato tutto semplice, ma alla fine ha avuto ragione lui: abbiamo portato a casa il titolo. Come ogni allenatore, ha avuto bisogno di tempo per calarsi nella realtà bianconera”.
Tra i ricordi più intensi, la convivenza con Cristiano Ronaldo:
“Un vero maniaco del lavoro. Una sera, dopo una trasferta, rientrammo alle 2 di notte per recuperare le auto. Noi distrutti, lui no: convinse Benatia ad andare con lui in palestra per fare scarico. Pensai fosse matto (ride). Ma è questo che lo rende unico: non si fermava mai. È il segreto della sua longevità”.
Nel cuore di Matuidi anche i suoi compagni di squadra:
“Eravamo un gran bel gruppo. Il più folle? Pinsoglio, senza dubbio: sempre sorridente, ne combinava di tutti i colori. Mi accoglieva sempre con una canzoncina in francese. E poi c’era Gigi Buffon: un gigante tra i pali, ma umile come pochi”.
E poi quella notte al Bernabeu, con il gol del momentaneo 3-0 prima del discusso rigore assegnato al Real Madrid nel finale:
“Forse non il gol più importante, perché non bastò per passare. Ma fu una serata in cui volevamo dimostrare al mondo cos’era la Juve, e ci riuscimmo. Quel rigore su Vazquez? Con il Var di oggi magari non l’avrebbero dato. Negli spogliatoi c’era tanta rabbia perché avevamo fatto una partita straordinaria. Segnare tre gol al Bernabeu non era roba da tutti. Allegri ci disse di essere fiero di noi e che avremmo dovuto continuare così in campionato. Sono ricordi che resteranno per sempre con me”.