Juve, il Siviglia è tornato: le 🔑 chiavi della rinascita e i pericoli 👀 | OneFootball

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Tommaso Cherubini·11 de maio de 2023

Juve, il Siviglia è tornato: le 🔑 chiavi della rinascita e i pericoli 👀

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L’ultimo ostacolo tra la finale di Europa League a Budapest e la Juventus è rappresentata dal Siviglia, la squadra regina di questa competizione.

Il club di Nervión ha attraversato una stagione molto complicata fin dall’inizio, è passato in mano a tre allenatori differenti e ha trovato stabilità solo nelle ultime settimane, grazie all’arrivo del tecnico José Luis Mendilibar.


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Il Siviglia, dopo gli esoneri di Lopetegui prima e Sampaoli poi, era in crisi nera: ai bordi della zona retrocessione e con una difesa che faceva acqua da tutte le parti. Mendilibar ha preso in mano la squadra lo scorso 21 marzo: 7 partite in Liga, 5 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, più la clamorosa doppia sfida che ha eliminato il Manchester United in Europa League. Un impatto straordinario.

In cosa è migliorato il Siviglia e che tipo di squadra si troverà di fronte la Juve? Innanzitutto, Mendilibar ha aggiustato la fase difensiva: linea a 4 più compatta, che prova a difendere in avanti e che soprattutto si espone molto meno rispetto a prima, pochi rischi.

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Con il miglioramento dietro, è aumentato anche il rendimento dei singoli come Loic Badé – centrale arrivato a gennaio dal Rennes – e dei terzini argentini Montiel e Acuña.

Il Siviglia, che gioca con un 4-2-3-1, con Mendilibar è diventata una squadra più intensa e pratica, bada poco al possesso palla: i rinvii del portiere vanno diretti all’attaccante En Nesyri per andare poi alla riconquista della seconda palla, la linea difensiva si alza e l’idea è sempre quella di andare a pressare in avanti.

È una squadra che sa anche soffrire, magari non chiudendosi dietro dentro la sua area di rigore ma comunque può lasciare il pallino del gioco in mano agli avversari, in attesa di andare alti ad aggredirli e con pochi passaggi cercare la porta.

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En Nesyri sarà il pericolo numero uno per la retroguardia di Allegri: il marocchino ha segnato 14 gol nel 2023 tra tutte le competizioni, è un attaccante che attacca molto bene la profondità, forte fisicamente e nei duelli e soprattutto ha uno straordinario stacco di testa.

Ai suoi lati agiscono due esterni che giocano sempre sul piede forte, Ocampos a destra – tornato ad essere un martello pneumatico – e Lamela o Bryan Gil a sinistra, entrambi mancini. Gli esterni cercano sempre la linea di fondo, alternandosi anche con le sovrapposizioni dei rispettivi terzini per poi andare ai cross in mezzo, alti ma anche rasoterra arretrati.

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Inoltre, nelle ultime settimane abbiamo visto anche la definitiva affermazione di Pape Gueye in mezzo al campo, centrocampista senegalese che Monchi ha prelevato a gennaio dal Marsiglia. Non è molto veloce, ma copre bene ampie porzioni di campo, riconquista tanti palloni e sa anche smistarli con discreta qualità.

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Insomma, il Siviglia è una squadra che è cambiata radicalmente – in meglio – in pochissime settimane con la mano di Mendilibar, è tornata a giocare con entusiasmo e ad avere nel Sánchez Pizjuán quel catino bollente che tanta differenza ha fatto nelle notti europee. La Juve è avvisata, non sarà per niente facile.