Italiano: “Attenzione al Verona, continueremo a crescere solo restando umili e affamati. Gruppo e ambiente top, felice di essere a Bologna” | OneFootball

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·29 de dezembro de 2024

Italiano: “Attenzione al Verona, continueremo a crescere solo restando umili e affamati. Gruppo e ambiente top, felice di essere a Bologna”

Imagem do artigo:Italiano: “Attenzione al Verona, continueremo a crescere solo restando umili e affamati. Gruppo e ambiente top, felice di essere a Bologna”

Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate stamattina in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Bologna-Hellas Verona, gara valida per la 18^ giornata di Serie A Enilive in programma domani alle 20:45.

Primi 6 mesi in rossoblù – «Qui a Bologna speravo di iniziare col piede giusto e l’abbiamo fatto, a parte quei tanti pareggi che potevano diventare facilmente vittorie, ma nei quali non siamo stati bravi perché dopo esserci portati in vantaggio abbiamo rimesso in gioco gli avversari. Per il resto abbiamo continuato la striscia di risultati positivi che la squadra aveva ottenuto nella passata stagione: abbiamo messo insieme prestazioni di livello con continuità e risultati positivi, ci siamo riusciti anche dopo le sconfitte con Napoli e Lazio, reagendo alle difficoltà senza mai abbandonare il nostro credo. Dobbiamo continuare così perché le sconfitte fanno male, mentre se si vince si lavora in un’altra maniera. In Champions abbiamo perso ma siamo riusciti a rialzarci lavorando in maniera positiva».


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Natale alle spalle – «Io e i ragazzi avevamo fatto un patto: dopo la gara di Torino sarebbero stati liberi, anche senza il risultato pieno. Li ho ritrovati bene e abbiamo preparato la sfida col Verona con quattro allenamenti svolti nel modo migliore: ho potuto lavorare con quasi tutto il gruppo e sono contento. scegliere è sempre importante per un allenatore».

Cambiaghi alla fine del tunnel – «Nicolò era stato uno dei primi discorsi aperti con la società dopo il mio arrivo e avevamo fatto di tutto per portarlo qui. È un giovane di grande prospettiva, poteva darci tanto e vederlo subito k.o. ci ha fatto male. Conoscete l’iter per un infortunio come il suo, e nel caso specifico bisognerà andarci ancora più cauti essendo un giocatore che vive di strappi. Sono sicuro che quando tornerà pienamente a disposizione sarà molto importante».

Gennaio si avvicina – «Con la società non abbiamo ancora aperto il discorso legato al mercato. Aspettiamo il match di domani, poi durante la pausa valuteremo eventuali entrate e uscite. Gennaio è un mese fondamentale e non bisognerà sbagliare, perché tutte le squadre andranno a fare degli aggiustamenti per sopperire ai problemini gestionali che verranno a crearsi con qualche giocatore scontento».

Migliorare restando umili – «La crescita c’è stata dall’inizio. Come detto, abbiamo qualche punto in meno perché non riuscivamo a gestire il vantaggio, ma adesso la squadra ha acquisito la dote di rimanere attenta e concentrata fino all’ultimo. Abbiamo iniziato a segnare con continuità, in Champions ci siamo sbloccati, in Coppa Italia abbiamo trovato la rete con le seconde linee, si è visto un miglioramento globale. Ora dobbiamo avere fame e umiltà, perché se cominci ad impettirci il calcio ti bastona e ti riporta alla realtà: ci sono passato da calciatore e pure da allenatore, occorre stare attenti. A Torino ho schierato una delle formazioni più giovani del campionato, quindi se non manteniamo l’umiltà siamo dei folli: il Verona arriva da una grande prestazione contro il Milan e dal precedente successo a Parma, domani per noi sarà un’altra prova di maturità».

Champions bagaglio prezioso – «In avvio di stagione abbiamo scritto sulla lavagna in ufficio chi dei ragazzi aveva già disputato la Champions League: su 27 giocatori solo in 8, e alcuni solo per mezza presenza. È una competizione che in ogni caso ti lascia tanto, perché giocare con questi ritmi contro squadre attrezzatissime te le ritrovi poi ogni giorno in allenamento: se quel ritmo riesci a trasferirlo in Serie A, fa la differenza».

Hellas tra passato e presente – «Per me Verona significa 260 partite, momenti straordinari ma anche tristi, come una retrocessione inspiegabile con giocatori fenomenali, alcuni dei quali in seguito sono diventati campioni del mondo: ancora oggi, dopo ventidue anni, non ci rendiamo conto di cosa sia accaduto in quel periodo. Sono arrivato lì da ragazzino e sono andato via trentenne, domani saremo avversari ma per me l’Hellas rappresenterà sempre ricordi fantastici. La squadra di Zanetti ha reagito ai problemi andando a vincere fuori casa a Parma e facendo una partita di spessore, ritmo e intensità col Milan: domani arriveranno qui con fiducia ed entusiasmo. Conosco quella piazza, dopo le difficoltà si compattano ancora di più: domani sera capiremo se ci siamo preparati bene a sufficienza».

Il ketchup è uscito – «Dallinga l’avevo visto diverso già nelle partite precedenti a quella di Torino, dove finalmente si è sbloccato: si era procurato il rigore contro il Venezia, gli era stato annullato un gol a Roma e in Champions l’aveva sfiorato varie volte. Ora in allenamento fa centro ad ogni conclusione, ogni tiro finisce nell’angolino, mi auguro che sia scattato un clic. Spero che tra lui e Castro nasca una sana competizione per chi debba essere il bomber di questa squadra, ma non ho dubbi perché ‘Santi’ è stato il primo a saltare dalla panchina dopo il gol di Thijs».

Miglior difesa della Serie A in casa – «I nostri sono numeri importanti, ogni settimana ci prepariamo per concedere poco all’avversario di turno. Ho sentito Ravaglia dire che gli ottimi risultati della difesa sono frutto del lavoro collettivo, perché i primi ad aiutare sono gli attaccanti: è tutto vero. Castro, per esempio, a Torino ha fatto una rincorsa fino a metà campo tallonando un centrale granata: ciò significa che tutti hanno voglia di non subire gol, proprio lì nasce questa solidità che ci sta portando a non subire e a fare punti».

Beukema-Lucumí coppia d’oro – «Ormai si attacca con tanti uomini, lo si vede un po’ in tutte le squadre. Il vero difensore, però, mostra le proprie caratteristiche quando si ritrova uno contro uno, in cinque contro due è facile difendere… Sam e Jhon sono giocatori che sanno cosa vuol dire la percezione del pericolo, come lavorare e come intervenire. E mi piacciono anche quando hanno la palla tra i piedi: spesso lo sviluppo parte dai loro piedi, e se da dietro ci prendiamo certe responsabilità per creare gioco possiamo avere dei grossi vantaggi».

Le risorse Dominguez, Holm e Pobega – «Sono tre giocatori che attraverso il lavoro quotidiano e loro professionalità hanno iniziato a guadagnarsi minuti. È gente di valore, con grandi ambizioni. Vedasi Pobega: ha commesso un brutto errore Roma e poi si è subito rialzato, dimostrandosi una pedina importante».

Ndoye, Orsolini e non solo – «Dan sta meglio e oggi ha svolto il primo allenamento dove l’ho visto davvero libero di testa, è andato a briglie sciolte. ‘Orso’ invece era già subentrato a Torino ed è un po’ più avanti di condizione. Sulle ali in tanti stanno bene e meritano minutaggio, vedremo come si metterà la partita. All’Olimpico mi era piaciuto anche l’ingresso di Fabbian, in crescita rispetto alle fare precedenti. L’importante è che tutti facciamo bene e diano il loro contributo, sia i titolari che i sostituti».

2024, tante gioie e un dolore – «Mi dispiace aver perso la finale di Conference League con la Fiorentina ad Atene: per me, per la squadra che ho guidato diversi anni, per la società e per la piazza. Tuttavia sono contento di aver trovato qui a Bologna un gruppo fantastico e un ambiente dove si può lavorare con serenità. Alleno giocatori di spessore, la loro cultura del lavoro e la loro voglia di allenarsi non finisce mai di sorprendermi».

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