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·01 de junho de 2025
Inter, una sconfitta che impone riflessioni: per ripartire servono scelte forti, in panchina o nella rosa

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·01 de junho de 2025
La pesante sconfitta subita nella finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain rappresenta per l’Inter molto più di un semplice inciampo. È, con ogni probabilità, un momento spartiacque.
La domanda che aleggia tra i tifosi è chiara: continuare nel segno della continuità, affidandosi ancora a Simone Inzaghi, oppure avviare un nuovo ciclo?
Un bilancio complesso: vette europee, ma risultati altalenanti in patria Il ciclo avviato con Simone Inzaghi ha portato l’Inter su vette europee impensabili solo pochi anni fa. Due finali di Champions League in tre stagioni costituiscono un risultato storico per il club, tornato ad essere protagonista anche sul palcoscenico internazionale. Tutto ciò, nonostante campagne acquisti improntate al contenimento dei costi e una gestione finanziaria rigorosa.
Tuttavia, sul fronte nazionale, il bottino è meno ricco: un solo Scudetto in quattro anni, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane. Se da un lato la competitività è rimasta costante, dall’altro la sensazione è che si sia raccolto meno di quanto si sarebbe potuto, soprattutto considerando la superiorità tecnica della rosa rispetto alla concorrenza domestica.
Il dibattito tra riconoscenza e delusione La tifoseria si divide: c’è chi riconosce a Inzaghi il merito di aver valorizzato al massimo una squadra costruita con risorse limitate, raggiungendo traguardi che mancavano da decenni, e chi invece considera inaccettabile aver conquistato un solo campionato con una rosa di tale qualità.
La gestione tecnica, soprattutto in alcune sfide decisive, ha sollevato più di un interrogativo. La mancanza di alternative tattiche, l’utilizzo discutibile dei cambi e la prestazione collettiva ampiamente insufficiente nella finale di Monaco rimettono in discussione quanto costruito finora. È evidente che la responsabilità va condivisa tra guida tecnica e giocatori, ma è altrettanto chiaro che una reazione è necessaria.
Futuro incerto: tra la tentazione dell’addio e la sfida della ricostruzione Le dichiarazioni post-partita di Inzaghi fanno trapelare dubbi sul prosieguo del rapporto con l’Inter. La società, per bocca di Beppe Marotta, ha lasciato intendere che la scelta finale spetterà all’allenatore. È una posizione che riflette la complessità del momento: proseguire significherebbe rilanciare un progetto giunto al termine del suo primo ciclo, mentre lasciare ora consentirebbe a Inzaghi di chiudere con onore un’esperienza comunque significativa.
All’orizzonte, nuove sfide e decisioni urgenti A inizio settimana è previsto un incontro tra Inzaghi e la dirigenza. Il tempo stringe: alle porte c’è il Mondiale per Club negli Stati Uniti, un’occasione importante per il brand e per la squadra. Sullo sfondo, le sirene del calcio arabo e l’attrattiva di nuove sfide, non solo tecniche ma anche economiche.
Nel frattempo, l’Inter si muove sul mercato: Luis Henrique è già stato acquistato, ma serviranno altri innesti di qualità. Il vero nodo, tuttavia, resta la guida tecnica. Inzaghi dovrà decidere se rilanciare la sfida e tentare di ricostruire un’Inter vincente o se considerare concluso il suo percorso.
Una cosa è certa: la sconfitta di Monaco non può essere archiviata in fretta. Per tornare competitivi serve un cambio, che sia in panchina o all’interno della rosa. E serve soprattutto una visione chiara per il futuro.